mercoledì 17 Dicembre 2025

Como, scontri sul nuovo regolamento: turismo, commercio e identità a rischio.

Il dibattito a Como si infiamma attorno a un nuovo regolamento comunale destinato a ridisegnare radicalmente il paesaggio urbano e l’attività di pubblici esercizi, ponendo al centro la delicata equazione tra sviluppo turistico, tutela dell’identità locale e sostenibilità del commercio.

L’incremento esponenziale delle presenze turistiche negli ultimi anni ha generato una proliferazione di bar, ristoranti e dehors, trasformando piazze e vie cittadine in un mosaico di attività commerciali che, se da un lato hanno contribuito all’economia locale, dall’altro hanno sollevato preoccupazioni relative alla vivibilità urbana, all’accessibilità e alla conservazione del patrimonio architettonico.

Il regolamento in discussione, in votazione consiliare a gennaio, rappresenta un tentativo di riequilibrio, introducendo limiti stringenti all’occupazione del suolo pubblico.
La norma chiave prevede che la superficie concessa in uso agli esercenti non possa superare il doppio della loro area di somministrazione interna, con un tetto massimo di 90 metri quadrati, dimezzando di fatto le concessioni attuali.

Questa restrizione, sebbene mirata a restituire spazio pubblico a pedoni e residenti, si scontra con le esigenze degli operatori commerciali, temendo un impatto negativo sui loro affari.

La visione estetica imposta dal regolamento è altrettanto rigorosa.

Il centro storico, cuore pulsante della città, subisce le restrizioni più severe: è vietata l’occupazione degli spazi sotto i portici, elementi distintivi dell’architettura comasca, e imposta una paletta cromatica univoca e austera.

Arredi, menù, fioriere e ombrelloni devono uniformarsi al grigio antracite e al bianco perla, colori prescritti con precisione in una cartella colori di riferimento.

L’eliminazione di elementi caratteristici come divanetti, paraventi, mobiletti, panchine, cestini per rifiuti e decorazioni varie mira a creare un’immagine urbana più ordinata e coerente, sacrificando però la libertà espressiva degli esercenti.

L’introduzione di queste misure, percepite come brusche e poco condivise, ha suscitato l’opposizione di Confcommercio, che ha contestato al sindaco Alessandro Rapinese la frettolosità del processo decisionale e l’assenza di un tavolo di confronto con le parti interessate.

La mancanza di un coinvolgimento attivo degli operatori commerciali, ritenuta un errore di metodo, rischia di esacerbare le tensioni e di rendere più difficile l’implementazione del nuovo regolamento.
Il dibattito, ora in fase di approfondimento in commissione, evidenzia la complessità della questione: da un lato l’imperativo di preservare l’identità di una città d’arte e di garantire la qualità della vita dei residenti, dall’altro la necessità di sostenere le attività commerciali, motore dell’economia locale e fattore di attrazione turistica.

La sfida per l’amministrazione comunale sarà quella di trovare un equilibrio sostenibile, capace di conciliare esigenze contrastanti e di costruire un futuro urbano più armonioso e inclusivo.
Il regolamento, nella sua forma attuale, appare come un punto di partenza, un invito a un dialogo più ampio e costruttivo che tenga conto delle istanze di tutti gli attori coinvolti.

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