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venerdì 14 Novembre 2025

Como: un tesoro romano torna alla luce con un nuovo museo.

A Como, la città che si affaccia sul suggestivo bacino del Lario, si profila un evento di notevole importanza culturale, destinato a illuminare il panorama archeologico nazionale.
L’inaugurazione, ipoteticamente fissata per le festività natalizie, di un nuovo museo dedicato alle mille monete romane rinvenute durante gli scavi del 2018, rappresenta una vetrina di storia tangibile, capace di narrare secoli di dinamiche economiche, politiche e artistiche dell’Impero Romano.
Il sito di rinvenimento, nel cuore del centro storico comasco, ha restituito un tesoro inestimabile, un frammento del passato che offre uno sguardo privilegiato sulla vita quotidiana, il commercio e le figure chiave che hanno plasmato il destino di una regione cruciale per l’economia e le comunicazioni dell’Impero.
Tra i reperti, spiccano esemplari di eccezionale valore numismatico, come le rare monete recanti l’effigie di Anicio Olibrio, imperatore effimero e figura storica ancora avvolta nel mistero, il cui ritratto impresso nel metallo offre preziose informazioni sulla sua breve reggenza e sulla complessità della successione imperiale.
Il nuovo spazio espositivo, ospitato all’interno del rinnovato complesso delle Orfanelle, un ex edificio religioso integrato nel Museo Civico, testimonia l’impegno della città di Como nel preservare e valorizzare il proprio patrimonio storico.

La scelta di un edificio di culto, riconvertito a scopo museale, sottolinea la transizione tra sacro e profano, tra fede e ragione, un tema ricorrente nella storia della civiltà occidentale.

Il Museo Civico, attualmente oggetto di interventi di restauro, si arricchisce di un’ala dedicata a un tesoro che trascende i confini locali, proiettando Como nell’arena delle scoperte archeologiche di rilevanza globale.

L’apertura del museo, tuttavia, è legata a una complessa vicenda legale, un contenzioso tra il Ministero della Cultura e la società Officine Immobiliari, responsabile degli scavi e del finanziamento delle operazioni.
La disputa riguarda il riconoscimento del premio previsto dalla legge per coloro che scoprono beni archeologici, una questione che ha generato un braccio di ferro protratto nel tempo, con tre sentenze del Consiglio di Stato favorevoli alla società comasca.

La primavera del 2026 dovrebbe portare a una decisione definitiva sull’ammontare della somma dovuta, segnando la conclusione di un capitolo delicato che ha accompagnato il percorso di valorizzazione del ritrovamento.
La scoperta delle mille monete nel 2018 ebbe un impatto mediatico straordinario, risonando ben oltre i confini italiani.
L’allora Ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, definì l’evento come la scoperta archeologica più significativa dopo quella di Aquileia, un paragone che ne sottolinea l’importanza e la rarità.

Il ritrovamento non solo arricchisce il patrimonio culturale di Como, ma offre anche un’opportunità unica per promuovere il territorio, attirando visitatori e studiosi da tutto il mondo, consolidando l’immagine di Como come città custode di un passato romano ricco di fascino e di mistero.
L’apertura del museo rappresenta, dunque, un investimento nel futuro, un ponte tra l’antichità e il presente, che celebra l’eredità romana e ne testimonia la vitalità.

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