Conversazioni scottanti: la famiglia Sempio al centro dell’inchiesta.

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Nel cuore di un’inchiesta complessa e stratificata, emergono frammenti di conversazioni, echi di un passato giudiziario che risuona con nuove accuse.
Un’intercettazione del 9 febbraio 2017, riscoperta nel contesto dell’indagine bresciana per corruzione in atti giudiziari a carico dell’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, offre una finestra disturbante sulle dinamiche familiari legate al caso Garlasco e al destino giudiziario di Andrea Sempio.
Le parole, concise e dirette, rivelano una preoccupazione tangibile: “Adesso bisogna che troviamo la formula di pagare quei signori lì,” esprime Giuseppe Sempio, padre di Andrea.
La risposta incerta della madre, “Chi?”, sottolinea una disconnessione, una difficoltà a comprendere la complessità del sistema legale in cui si trovano coinvolti.
La successiva offerta del figlio, “Vado a prenderli io vediamo,” suggerisce una volontà di assumersi la responsabilità, un tentativo di risolvere una situazione finanziaria delicata.
Queste conversazioni, apparentemente banali, si rivelano cruciali nell’ambito di un’indagine che ha visto la luce grazie alle annotazioni della Guardia di Finanza di Pavia e Brescia, e dei Carabinieri di Milano.
Documenti depositati agli atti del Riesame, a difesa di Venditti contro le perquisizioni e i sequestri, hanno riportato alla luce questi frammenti di vita familiare, intrecciandoli con l’ipotesi che l’ex magistrato pavese avesse ricevuto tangenti per archiviare la prima inchiesta a carico di Andrea Sempio nel 2017 – inchiesta poi archiviata dal giudice per le indagini preliminari.
Un elemento significativo è l’assenza di rilevanti anomalie nei conti correnti di Venditti, analizzati dagli investigatori.

Inizialmente, infatti, l’ex procuratore non figurava tra gli obiettivi primari delle perquisizioni, una lista che includeva Andrea Sempio, i suoi familiari e gli ex carabinieri coinvolti, Spoto e Sapone.

La successiva inclusione di Venditti nell’elenco dei destinatari delle perquisizioni sottolinea la crescente complessità delle indagini e l’evoluzione delle ipotesi investigative.
L’indagine bresciana ha portato alla luce movimenti sospetti per un ammontare superiore ai 40.000 euro sui conti della famiglia Sempio, accompagnati da prelievi di contanti.

La famiglia, in diverse occasioni e attraverso i media, ha sostenuto che queste somme sarebbero state destinate al pagamento degli avvocati, una versione che contribuisce a creare un intricato quadro di presunte irregolarità e possibili corruzioni.

La questione centrale, ora, risiede nella verifica della veridicità di queste affermazioni e nel tentativo di ricostruire con precisione le dinamiche economiche e giudiziarie che hanno caratterizzato quel periodo delicato, mettendo in discussione il ruolo di tutti gli attori coinvolti e le motivazioni che hanno guidato le loro azioni.

L’ombra del caso Garlasco, dunque, si allunga ancora, alimentando dubbi e interrogativi su un sistema giudiziario che si rivela, una volta ancora, vulnerabile a influenze esterne e a compromessi inaccettabili.