Addio Bambi: la Valtellina piange un’icona alpina.

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La scomparsa di un’icona alpina ha lasciato un velo di tristezza nella comunità valtellinese: è deceduto il cervo, affettuosamente soprannominato “Bambi”, divenuto simbolo di un’incredibile storia di salvaguardia, mobilitazione popolare e, infine, di struggente addio.

La sua esistenza, intrecciata con la storia di una famiglia e con le vicende di un intero territorio, ha lasciato un segno profondo nel cuore di molti.
La sua vita iniziò in maniera inusuale: trovato da bambino, smarrito nel bosco, dalle mani premurose di Giovanni Del Zoppo, un allevatore locale.

La famiglia Del Zoppo lo accolse, nutrendolo e proteggendolo.

Crescendo, divenne parte integrante della loro fattoria, condividendo lo spazio con le capre.

Tuttavia, la sua natura selvaggia e la sua stazza imponente resero evidente la necessità di una struttura più adatta alle sue esigenze.

Questo passaggio in una struttura specializzata per cervi impossibilitati al rilascio in natura segnò l’inizio di un capitolo complesso, caratterizzato da contenziosi e da una crescente attenzione mediatica.
La comunità valtellinese, profondamente legata al suo destino, si strinse attorno alla sua figura, generando una straordinaria mobilitazione civile.

L’obiettivo era ambizioso: la realizzazione di un ampio recinto, un vero e proprio santuario dedicato al cervo, con la speranza di poterlo reinserire nel suo ambiente naturale, affiancato agli amati Del Zoppo.
La battaglia per “Bambi” generò un’ondata di solidarietà e consapevolezza, evidenziando la sensibilità del territorio nei confronti della fauna selvatica e della necessità di trovare soluzioni innovative per la coesistenza tra uomo e natura.
Il progetto del mega-recinto, sebbene non realizzato nella sua interezza, rappresentò un potente simbolo di speranza e di impegno per la salvaguardia del patrimonio naturalistico locale.

Il suo ritorno, infine, fu segnato da un’ulteriore emozione: l’aggiunta di due femmine provenienti da un’oasi bresciana, con la speranza di garantire una nuova fase della sua esistenza.

Queste compagne, provenienti da un altro territorio, testimoniavano la volontà di creare un ambiente più sereno e stimolante per il celebre cervo.
Le settimane precedenti alla sua scomparsa furono segnate da un progressivo deterioramento delle sue condizioni di salute.

La notizia della sua morte ha scosso la comunità valtellinese, che lo aveva adottato come un proprio figlio.

“Grazie Bambi per tutto quello che ci hai dato”, si legge nel messaggio commosso degli operatori dell’oasi, a testimonianza del legame profondo che si era creato in questi anni.

La sua storia rimane un monito sulla fragilità della vita selvatica e sull’importanza della responsabilità umana nei confronti del patrimonio naturale che ci circonda.