La persistente emergenza di influenza aviaria continua a gravare sul tessuto zootecnico piemontese, con la conferma di un secondo focolaio localizzato nell’Alessandrino, a breve distanza dal precedente, segnalato solo pochi giorni fa.
La notizia, diffusa dalla Regione Piemonte, evidenzia una situazione di allarme che richiede un’attenzione costante e misure rigorose per contenere la diffusione del virus.
Le indagini, condotte congiuntamente dall’ASL AL (Azienda Sanitaria Locale di Alessandria) e dall’Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, in stretto coordinamento con la direzione Sanità regionale, hanno rilevato la presenza della patologia in un secondo allevamento situato nelle immediate vicinanze di quello originariamente colpito a Occimiano.
Questa contiguità geografica solleva interrogativi sulle possibili dinamiche di trasmissione del virus, che potrebbero essere legate a fattori ambientali, migrazioni di uccelli selvatici o inadeguati protocolli di biosicurezza.
La tipologia di virus isolato è ancora in fase di caratterizzazione genetica, ma l’attenzione si concentra sulla potenziale capacità di mutazione del ceppo virale e sulla sua diffusibilità tra diverse specie di uccelli, sia domestici che selvatici.
L’identificazione precisa del ceppo è cruciale per comprendere il percorso evolutivo del virus e sviluppare strategie di prevenzione mirate, inclusi eventuali vaccini.
In seguito alla scoperta, è stato immediatamente avviato il protocollo di depopolamento dell’allevamento, che coinvolge circa 60.000 capi.
Tale misura, seppur drasticamente impattante sull’attività economica degli allevatori, è necessaria per interrompere la catena di trasmissione del virus e prevenire un’ulteriore diffusione su scala regionale.
Immediatamente dopo il completamento del depopolamento, la struttura sarà sottoposta a un rigoroso processo di disinfezione, utilizzando prodotti specifici e procedure validate per garantire l’eliminazione del virus e la prevenzione di future contaminazioni.
L’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, sottolinea la necessità di mantenere alta l’allerta, evidenziando come la circostanza che il focolaio appaia attualmente circoscritto non debba portare a un allentamento delle misure di controllo.
Sono infatti in corso controlli veterinari intensificati in tutte le aziende avicole della zona e in quelle limitrofe, unitamente a campagne di screening e analisi virologiche per individuare eventuali casi asintomatici o focolai latenti.
La gestione dell’emergenza influenza aviaria richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolga veterinari, virologi, allevatori e autorità sanitarie, con l’obiettivo di tutelare la salute pubblica, la produzione zootecnica e la biodiversità.
La sorveglianza attiva, la tracciabilità dei prodotti avicoli e la promozione di buone pratiche di biosicurezza all’interno delle aziende sono elementi fondamentali per affrontare questa sfida complessa e garantire la sicurezza alimentare.
L’evento pone inoltre l’accento sull’importanza della ricerca scientifica per comprendere meglio le dinamiche di diffusione del virus e sviluppare strumenti di prevenzione e controllo più efficaci.







