venerdì 12 Dicembre 2025

Lupi nel Tortonese: indagini dei Carabinieri Forestali svelano nuove anomalie

Nel corso di un intenso anno di attività mirate, caratterizzato da controlli serrati, indagini approfondite e operazioni operative di significativa portata condotte dai Carabinieri Forestali del Gruppo di Alessandria/Asti, emerge un quadro di rilevanza eccezionale legato alla tutela della fauna selvatica e alla repressione di attività illecite connesse al mondo venatorio.
Tra le scoperte più significative, il rinvenimento di tre crani di lupo all’interno di un’abitazione situata nel territorio del Tortonese.
Questa scoperta, rubricata nell’ambito dell’operazione ‘Wolf Shield’, coordinata dal Nipaaf (Nucleo Investigativo Anti-Bracconaggio e Contrasto Fauna Illecita), ha immediatamente focalizzato l’attenzione sulla persistenza di dinamiche preoccupanti nel rapporto tra uomo e fauna protetta.

I reperti, consegnati all’Università di Torino per analisi genetiche avanzate, condotte in collaborazione con l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), hanno rivelato dettagli cruciali sulla composizione demografica dei branchi interessati.
L’analisi del DNA ha confermato l’assenza di ibridazione, consolidando l’identità genetica degli esemplari rinvenuti, appartenenti a due distinti branchi: quello della Val Borbera/Val Curone e quello denominato “tortonese”.

La presenza di individui di sesso maschile, con età variabile tra uno e cinque anni, suggerisce un potenziale squilibrio nella struttura sociale dei branchi, sollevando interrogativi sulla dinamica di selezione e sopravvivenza all’interno delle popolazioni lupine.
L’impegno del Corpo Forestale non si è limitato all’ambito nazionale, come testimoniato dalla partecipazione all’operazione internazionale Europol-Empact, attraverso il Nucleo Cites di Alessandria.

Questa complessa attività transfrontaliera ha portato alla luce irregolarità significative nella gestione delle armi e nell’esercizio dell’attività venatoria, con conseguenti sequestri e accertamenti.
Le violazioni riscontrate non si limitano a semplici infrazioni amministrative, ma configurano potenziali reati contro la fauna selvatica e l’ordine pubblico.

Analizzando l’attività complessiva degli ultimi due anni, si evidenzia un impegno costante nella prevenzione e repressione dei reati ambientali.

Sono state inoltrate all’autorità giudiziaria ben cinquantadue segnalazioni di reato, mentre sono state contestate novantanove sanzioni amministrative, per un ammontare complessivo di 54.328,65 euro.
Il valore economico delle sanzioni, pur indicativo, non esaurisce la gravità delle infrazioni commesse, che incidono direttamente sulla biodiversità e sull’equilibrio degli ecosistemi.
Ulteriore indicatore dell’intensità dell’attività di contrasto è rappresentato dal numero di armi da fuoco e munizioni sequestrate o ritirate cautelarmente: 108 armi e 4.141 munizioni, legate a contesti riconducibili al bracconaggio e ad altre attività illecite.

Questo dato, particolarmente allarmante, riflette la necessità di un approccio ancora più rigoroso nel controllo delle armi e nella prevenzione del fenomeno del bracconaggio, che rappresenta una seria minaccia per la conservazione della fauna selvatica e la tutela del patrimonio naturale.

Le indagini in corso mirano a individuare i responsabili e a ricostruire le dinamiche criminali che si celano dietro queste attività illecite, con l’obiettivo di perseguire i colpevoli e di prevenire il ripetersi di tali episodi.

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