Il Comune di Alba arricchisce il suo patrimonio artistico con l’acquisizione di un capolavoro trecentesco: la “Madonna che allatta il Bambino” di Barnaba Agocchiari, noto anche come Barnaba da Modena.
Un’opera di inestimabile valore, giunta ad Alba grazie alla generosa donazione di Giovanna Carina Bergui, testimonianza di un legame profondo con la città e il suo tessuto culturale.
La tavola, realizzata con la tecnica della tempera e incorniciata da un fondo oro punzonato con delicate stelline, rappresenta un episodio intimo e commovente: la Vergine Maria che nutre il Bambino Gesù.
L’atto, raffigurato con una dolcezza e una naturalezza rare, incarna l’amore materno e la sacralità della nascita, elementi centrali nella pittura del tardo Trecento.
Barnaba da Modena, figura chiave nel panorama artistico modenese, seppe infondere all’opera una carica emotiva e una raffinatezza che la rendono un esempio significativo della pittura religiosa del suo tempo.
La cerimonia di accettazione, ufficializzata presso l’ufficio del sindaco, ha visto la partecipazione di figure istituzionali di spicco, tra cui i responsabili della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Alessandria, Asti e Cuneo, sottolineando l’importanza culturale e storica dell’opera.
L’acquisizione rappresenta un momento significativo per la città, elevando il patrimonio pubblico ad un livello superiore e offrendo alla comunità un’opportunità unica di fruire di un’opera d’arte di tale pregio.
Dopo un accurato restauro volto a preservarne l’integrità e a restituirla al suo antico splendore, la “Madonna che allatta il Bambino” troverà la sua collocazione nella sala del Consiglio del Palazzo Comunale, un ambiente prestigioso che ne valorizzerà la bellezza e la risalterà agli occhi di cittadini, turisti e studiosi.
La presentazione pubblica, avvenuta venerdì pomeriggio, ha sancito l’ingresso ufficiale dell’opera nel cuore della città.
Il sindaco Alberto Gatto, affiancato dalla soprintendente Lisa Accurti e dal funzionario Massimiliano Caldera, ha portato i saluti di Giovanna Carina Bergui, sottolineando il significato del gesto donativo come espressione di amore e dedizione alla comunità albese.
Caldera, nel suo intervento, ha evidenziato la rarità di un’opera di tale importanza, per lungo tempo di proprietà privata, e la sua precoce inclusione tra i beni culturali tutelati fin dal 1906, a testimonianza del suo valore intrinseco e della sua rilevanza per la storia dell’arte italiana.
La notifica di proprietà privata, secondo Caldera, riconobbe fin da subito il contributo significativo dell’opera alla cultura e alla storia locale, un riconoscimento che ora si traduce in un’eredità condivisa e fruibile da tutti.







