venerdì 5 Dicembre 2025

Grinzane Cavour: Roggero ripercorre la notte della rapina e dei due morti

Nel corso del processo d’appello a Torino, Mario Roggero, 71 anni, ha ripercorso con dovizia di particolari la tragica notte del 28 aprile 2021, quando, a Grinzane Cavour, si verificò un evento che lo condusse a sparare contro due rapinatori, costando la vita a Giuseppe Mazzarino e Andrea Spinelli e ferendo Alessandro Modica.

La vicenda, già affrontata in primo grado ad Asti con una condanna a 17 anni, si è posta ora sotto i riflettori di un grado di giudizio superiore, con Roggero che ha insistito sulla necessità di qualificare le sue azioni come legittima difesa.
La sua deposizione ha delineato una scena di violenza in rapida escalation. La rapina, iniziata con l’irruzione dei due individui, si trasformò in un bagno di terrore quando le maschere dei rapinatori caddero, rivelando i loro volti.
Questo dettaglio, secondo Roggero, accese in lui un profondo senso di angoscia, alimentato dal timore che la rivelazione delle loro identità potesse innescare una vendetta mirata a lui e alla sua famiglia.
“Ho letto nei loro volti una rabbia primordiale e la consapevolezza di poter essere riconosciuti”, ha dichiarato Roggero, dipingendo un quadro di minaccia imminente.
La giustificazione avanzata per l’uso della forza si fonda sulla presunta convinzione che i rapinatori avessero fatto sparire sua moglie, un elemento cruciale contestato dall’accusa sulla base delle riprese delle telecamere di sorveglianza.
Roggero ha negato l’intenzione di uccidere, sostenendo di aver sparato un colpo alla portiera dell’auto per dissuadere i rapinatori e proteggere la sua consorte, temendo di colpirla involontariamente.

Successivamente, ha affermato di aver risposto a un’azione aggressiva di Spinelli, convinto di trovarsi di fronte a un pericolo mortale.
La paura, secondo la sua testimonianza, era amplificata dalla possibilità che anche Modica fosse armato, alimentando un senso di vulnerabilità e disperazione.
La vicenda si inserisce in un contesto di precedenti esperienze traumatiche.
Roggero ha ricordato una rapina subita nel 2015, le conseguenze legali e il risarcimento danni parziale e insufficiente percepito.
“Condannati per 95mila euro di danni, 85mila per me e 10mila per mia figlia, e per cinque anni mi hanno dato due volte 50 euro,” ha lamentato, sottolineando il peso psicologico e finanziario di quelle esperienze.

“La mia vita e quella della mia famiglia non sono più state le stesse,” ha concluso, esprimendo il persistente stato di paura e ansia che lo affliggono ancora oggi, rendendo ogni incontro con estranei fonte di turbamento.
La vicenda, dunque, trascende la semplice dinamica di una rapina finita tragicamente, configurandosi come un dramma umano intriso di paura, traumi passati e un senso di insicurezza che ha profondamente segnato l’esistenza di Mario Roggero e della sua famiglia.

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