La vicenda di Mario Roggero, gioielliere piemontese, si è riaccesa nell’arena pubblica grazie all’intervento di Matteo Salvini, che ha lanciato una raccolta fondi a suo favore attraverso i social media.
La storia, già ampiamente dibattuta, ruota attorno a un tragico evento del 2021: Roggero, nel suo negozio della provincia di Cuneo, reagì a una rapina, provocando la morte di due malviventi e ferendo un terzo.
La vicenda solleva questioni complesse e profondamente radicate nel dibattito giuridico e sociale italiano.
Dopo un primo grado che lo condannava a 17 anni di reclusione, Roggero è stato recentemente condannato in appello a 14 anni e nove mesi.
La sentenza, pur attenuante rispetto alla precedente, lo relega a una condizione di indigenza aggravata da pesanti oneri economici: un risarcimento danni di cinquecentomila euro alle famiglie delle vittime e ulteriori centinaia di migliaia per le spese legali sostenute.
L’intervento di Salvini, con la pubblicazione di coordinate bancarie e una dichiarazione di sostegno esplicito, innesca una discussione che va oltre la semplice solidarietà individuale.
La posizione assunta dal leader della Lega riapre il tema della legittima difesa, un diritto costituzionale spesso oggetto di interpretazioni divergenti.
La reazione di Roggero, pur in un contesto di aggressione e pericolo percepito, ha comportato un tragico epilogo, e la sentenza ha cercato di bilanciare la tutela della vita umana, sia quella della vittima che quella dei presunti aggressori, con il diritto di difesa personale.
La vicenda evidenzia, inoltre, una frattura profonda nel tessuto sociale italiano.
Da un lato, c’è chi vede in Roggero un uomo che ha agito per difendere la propria vita e quella della moglie, vittima di una criminalità sempre più spietata.
Dall’altro, vi è chi sottolinea la gravità del gesto e la necessità di garantire che la giustizia segua il suo corso, soprattutto quando la reazione porta alla perdita di vite umane.
La raccolta fondi promossa da Salvini, pur essendo presentata come un gesto di solidarietà umana, rischia di politicizzare ulteriormente la vicenda, trasformandola in un simbolo della lotta per la “giusta” applicazione della legge e per la difesa dei valori percepiti come minacciati dalla criminalità.
Il caso Roggero, dunque, si configura come un prisma attraverso cui rifrangono diverse sensibilità e visioni della giustizia, della sicurezza e del ruolo della legge nella società contemporanea, stimolando un dibattito che va ben oltre la mera assistenza economica a un individuo in difficoltà.







