Riduzione costi produzione penny: sfida per l’efficienza governativa

Il Dipartimento per l’efficienza governativa di Elon Musk si è posto un nuovo obiettivo ambizioso: ridurre i costi operativi concentrandosi sul centesimo statunitense. Secondo quanto riportato su X, la produzione di un penny costa attualmente oltre 3 centesimi, generando un dispendio di oltre 179 milioni di dollari per i contribuenti statunitensi solo nell’anno fiscale 2023. Ciò emerge chiaramente dai dati forniti dalla Cnn, che indicano come la Zecca abbia emesso oltre 4,5 miliardi di penny nel medesimo periodo, rappresentanti circa il 40% delle monete in circolazione prodotte.La US Mint ha comunicato che nel corso del 2023 sono stati messi in circolazione circa 4,1 miliardi di penny. Tuttavia, nel rapporto annuale relativo all’anno fiscale 2024, la stessa istituzione ha evidenziato che il costo per la produzione e distribuzione del penny statunitense è aumentato a circa 3,7 centesimi, registrando un incremento superiore al 20% rispetto all’anno precedente.Questo aumento dei costi è attribuibile principalmente alla crescita dei prezzi dei metalli come lo zinco e il rame, rendendo sempre più onerosa la coniazione della moneta. Nonostante l’iniziativa non sia propriamente innovativa da parte di Musk, essa si inserisce in un dibattito consolidato nel tempo riguardante l’eliminazione del penny: molti ritengono infatti che questa piccola unità monetaria venga utilizzata raramente e spesso ignorata come resto nelle transazioni quotidiane.Inoltre, l’emergere della pandemia da Covid-19 ha accelerato una tendenza già in atto verso gli acquisti online e l’utilizzo ridotto della valuta fisica da parte dei consumatori. Questo scenario sta contribuendo a ridefinire il ruolo e l’utilità delle monete minori come il penny nell’economia contemporanea.