Dopo quasi un secolo di silenzio, una storia di guerra, sacrificio e memoria si conclude con un toccante ritorno a casa.
Tommaso D’Amelio, soldato abruzzese nato ad Atessa il 16 dicembre 1914, è stato restituito alla sua terra natia, un’eco lontana di un conflitto che ne aveva cancellato la presenza fisica e lasciato un vuoto incolmabile nella sua famiglia.
La sua vicenda, segnata dalla brutalità della Seconda Guerra Mondiale, si intreccia ora con la dignità di un riconoscimento tardivo e con la speranza di una definitiva riappacificazione con il passato.
Richiamato alle armi all’età di trent’anni, Tommaso D’Amelio, dopo un periodo di vita a Livorno con la moglie Settimia Maria, proveniente da Scerni, fu catturato dalle forze tedesche e deportato in un campo di lavoro forzato in Polonia.
Il 13 marzo 1944, in una data che segnò la fine della sua vita terrena, spirò in circostanze mai completamente chiarite, lasciando la sua famiglia nell’incertezza e nella disperazione.
Il suo nome era inciso sul monumento ai caduti di Livorno, ma la sua scomparsa rimase avvolta nel mistero, privando i suoi cari di un funerale, di una sepoltura e della possibilità di un addio degno di un soldato.
La riscoperta della sua esistenza è il frutto di un progetto di ricerca polacco, volto a recuperare e documentare le storie dei prigionieri di guerra dispersi.
Il ritrovamento, avvenuto a Lambinowice, dove si trovava il campo di prigionia, ha permesso di avviare le pratiche necessarie per il rientro delle spoglie in Italia.
Un evento che assume un significato ancora più profondo alla luce della scomparsa, avvenuta lo scorso aprile, della sorella di Tommaso, Antonia D’Amelio, che aveva ricevuto la comunicazione del Ministero della Difesa e aveva dato il via alle complesse procedure burocratiche per il ritorno a casa del fratello.
La solenne riconsegna dei resti mortali, che avverrà domani a Roma, al Mausoleo delle Fosse Ardeatine, alla presenza di rappresentanti del Ministero della Difesa e di un parente stretto, rappresenta un momento di profonda commozione e di riconoscimento del sacrificio compiuto da un uomo che ha dato la sua vita per la libertà e la democrazia.
Il corteo funebre, poi, si dirigerà verso Atessa, la città che lo ha visto nascere e crescere, per consentire alla comunità di accoglierlo con onore e gratitudine.
Giovedì, alle ore 10:30, Atessa si prepara ad un’accoglienza solenne, una cerimonia che vedrà la partecipazione di familiari, autorità civili, militari e religiose, associazioni cittadine e una rappresentanza studentesca, a testimonianza dell’importanza della memoria storica e del valore del sacrificio umano.
Un atto di pietà che celebra non solo la figura di Tommaso D’Amelio, ma anche la resilienza di una comunità che non ha mai dimenticato i propri figli caduti in guerra, e che ora può finalmente restituirgli un degno omaggio, a distanza di quasi un secolo.
La sua storia, un monito per le generazioni future, ci ricorda l’importanza della pace e della riconciliazione, e il dovere di custodire la memoria di coloro che hanno combattuto per un mondo più giusto e libero.








