La retrospettiva di Margarethe von Trotta al Festival del Cinema di Porretta Terme, dal 6 al 13 dicembre, offre un’occasione preziosa per ripercorrere un percorso cinematografico profondamente radicato nell’esplorazione delle complessità umane, dell’impegno politico e della resilienza femminile.
La sua opera, costellata di riconoscimenti internazionali, inclusa la prestigiosa Coppa d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1981 per “Anni di piombo”, si configura come una narrazione corale che intreccia destini individuali a vicende collettive, offrendo uno sguardo lucido e spesso impietoso sui conflitti del nostro tempo e sulle eredità del passato.
Von Trotta, con la saggezza derivante da una vita vissuta intensamente, esprime una certa perplessità nel constatare la persistenza di dinamiche violente e di ingiustizie che sembravano superate.
Lungi dall’illusione di un progresso lineare, la regista tedesco-austriaca riflette sulla ciclicità della storia, sull’alternarsi di periodi di speranza e avanzamento a ondate di angoscia e brutalità.
L’ascesa di figure politiche come Donald Trump e la deriva autoritaria che si osserva in diversi paesi, inclusa la Germania stessa, alimentano questa sua amarezza, confermando la sua convinzione che le ferite del passato non siano completamente rimarginate.
Il cinema di von Trotta è un omaggio alle figure femminili che hanno lottato per la giustizia e l’emancipazione, come Rosa Luxemburg, Hannah Arendt, e Ingeborg Bachmann, il cui spirito indipendente e il suo impegno intellettuale continuano a ispirare.
Attraverso i suoi film, la regista non solo racconta le loro storie, ma ne esplora anche le sfide, le contraddizioni e le fragilità, offrendo un ritratto complesso e sfaccettato della condizione femminile.
Tuttavia, la riflessione di von Trotta non si limita all’analisi delle dinamiche politiche e ideologiche.
Essa si estende alla questione dei diritti delle donne, con un’attenzione particolare alle realtà in cui questi diritti sono negati o calpestati, come l’Iran. La regista denuncia con forza la persistenza del femminicidio, un fenomeno che definisce una “catastrofe”, e si interroga sull’inconciliabilità tra l’aspirazione femminile alla realizzazione personale e la violenza maschile che continua ad opprimere e a distruggere.
La sua osservazione, carica di amarezza ma anche di determinazione, rivela una consapevolezza profonda: la lotta per l’uguaglianza e la giustizia non è mai conclusa, ma richiede un impegno costante e una vigilanza ininterrotta.
Il cinema di Margarethe von Trotta si presenta, in questo senso, come un appello a non cedere alla rassegnazione, ma a continuare a lottare per un futuro più giusto e pacifico, un futuro in cui la dignità e il valore di ogni individuo, e in particolare delle donne, siano finalmente riconosciuti e rispettati.
Il festival di Porretta Terme offre dunque un’occasione unica per confrontarsi con un cinema impegnato, intellettualmente stimolante e profondamente umano.






