Roma si appresta ad essere il palcoscenico di una significativa mobilitazione nazionale indetta dalla CGIL, un evento che si configura come un vibrante atto di rivendicazione sociale e politica.
Lo slogan “Democrazia al lavoro” non è una semplice frase d’ordine, ma un’esplicita richiesta di ridefinizione del rapporto tra capitale e lavoro, ponendo al centro i diritti e la dignità dei lavoratori.
Il corteo, che si svilupperà da Piazza della Repubblica fino a Piazza San Giovanni in Laterano, incarna un sentire diffuso e profondo, alimentato da crescenti disuguaglianze e da politiche governative percepite come penalizzanti per ampi strati della popolazione.
La scelta delle piazze non è casuale: luoghi simbolici della storia romana e italiana, testimoni di lotte e conquiste sociali.
La manifestazione, animata da un coro di voci diverse, si propone di sollevare questioni cruciali per il futuro del Paese.
Oltre alla rivendicazione di aumenti salariali e pensionistici, imprescindibili per contrastare l’erosione del potere d’acquisto e garantire un futuro dignitoso per i pensionati, la CGIL chiede un profondo ripensamento delle politiche sanitarie e scolastiche, investimenti mirati per colmare lacune strutturali e assicurare servizi accessibili a tutti.
La richiesta di una vera riforma fiscale non si limita a una mera riduzione della pressione fiscale, ma implica una redistribuzione più equa della ricchezza, tassando in modo progressivo i redditi più alti e contrastando l’evasione fiscale.
L’attacco frontale alla precarietà, una piaga che affligge soprattutto i giovani, riflette la volontà di restituire stabilità e prospettive a una generazione penalizzata da contratti a termine e condizioni di lavoro precarie.
Il netto rifiuto del “riarmo”, in un contesto internazionale segnato da crescenti tensioni geopolitiche, sottolinea la priorità assoluta da attribuire agli investimenti sociali e al disarmo.
La presenza di personalità di spicco come il giornalista Sigfrido Ranucci, noto per le sue inchieste sulla precarietà del lavoro e i suoi impatti sociali, arricchisce il dibattito e offre una prospettiva critica e approfondita sulle dinamiche in atto.
L’intervento del segretario generale dell’ITUC (Confederazione Sindacale Internazionale), Luc Triangle, proietta la manifestazione in una dimensione globale, sottolineando la necessità di un’azione sindacale coordinata a livello internazionale per affrontare le sfide comuni.
La conclusione affidata al segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, sigillerà un momento di mobilitazione che mira a riaccendere il dibattito pubblico e a spingere il governo a un cambio di rotta.
La CGIL, con questa iniziativa, non solo esprime un dissenso, ma propone una visione alternativa, fondata sulla giustizia sociale, la solidarietà e la partecipazione democratica, un invito a costruire un futuro più equo e sostenibile per tutti.
L’obiettivo è quello di promuovere un’economia al servizio delle persone e non solo del profitto, ponendo al centro il lavoro, la dignità umana e il bene comune.








