Giovanni Galeone.
 Un nome che evoca un’eccellenza tecnica nel calcio, un’eleganza metodica nell’insegnamento, un’abilità quasi innata nel plasmare talenti.
 La frase che gli viene spesso attribuita, con un’ironia malinconica, incapsula un’apparente paradossale dualità: la maestria nel coltivare le abilità calcistiche, contrapposta a una presunta difficoltà nel navigare le complessità emotive e relazionali della vita al di fuori del campo.
 Un’autovalutazione schietta, sincera, che ne svela l’umiltà e la consapevolezza dei propri limiti, tanto quanto la straordinaria capacità di trasmissione del sapere calcistico.
La scomparsa di Galeone, avvenuta all’età di 84 anni nella sua città natale, Udine, lascia un vuoto incolmabile nel mondo del calcio italiano.
 Più che un allenatore, Galeone è stato un mentore, un educatore.
 La sua filosofia si fondava su una rigorosa disciplina tattica, un’attenzione maniacale per i dettagli tecnici, e una profonda comprensione delle dinamiche di squadra.
Non si limitava a impartire nozioni di gioco; instillava nei suoi giocatori una mentalità vincente, un senso di responsabilità e un rispetto incondizionato per l’avversario.
La sua carriera, costellata di successi, ha attraversato decenni e squadre diverse, dalla Juventus al Napoli, dalla Lazio al Cagliari, passando per il Giappone.
 Ha contribuito a forgiare generazioni di calciatori, molti dei quali hanno raggiunto vette altissime nel panorama calcistico internazionale.
 La sua impronta si ritrova non solo nei traguardi conquistati, ma soprattutto nel modo in cui i suoi giocatori si sono espressi in campo: con intelligenza, eleganza e un profondo senso del collettivo.
Galeone non era un semplice trasmettitore di schemi e tattiche.
Era un interprete del gioco, capace di individuare i punti deboli dell’avversario e di elaborare soluzioni innovative.
 La sua visione del calcio era profondamente radicata nella cultura italiana, ma al tempo stesso aperta alle influenze internazionali.
 Era un innovatore, un anticipatore dei tempi.
La sua eredità va oltre i successi sportivi.
Galeone ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo del calcio, un modello di professionalità, competenza e passione.
Ha insegnato che il calcio non è solo un gioco, ma anche un’arte, una scienza, una filosofia.
 Un’arte che richiede dedizione, sacrificio, talento, ma soprattutto umiltà e rispetto.
 La sua scomparsa ci ricorda l’importanza di coltivare non solo le abilità tecniche, ma anche le qualità umane che ci rendono veri atleti e veri uomini.
E ci invita a riflettere sulla complessità dell’esistenza, tra il campo di gioco e il mondo che ci circonda.


                                    



