“Non sono sicuro di aver intrapreso un percorso simile per un’altra entità calcistica.
L’esperienza laziale si presenta come un crocevia in cui il percorso professionale si interseca con un sentimento di responsabilità che trascende la semplice gestione tecnica.
La circostanza di aver firmato un accordo, per poi constatarne immediatamente la conseguente limitazione – se non l’assenza – di manovre di mercato, avrebbe indotto, in circostanze ordinarie, a un ripensamento.
La professionalità, in questi casi, suggerirebbe una divergenza di vedute.
Tuttavia, l’abbandono precipuo avrebbe comportato un senso di inadeguatezza, un tradimento percepito nei confronti di un ambiente che, nonostante le difficoltà iniziali, ha dimostrato una profonda fiducia nelle mie capacità.
La forza interiore, quella capacità di superare gli ostacoli e di rimanere ancorati a un obiettivo, continua a sostenermi.
Non si tratta di un mero sentimento di attaccamento, ma di una convinzione salda: la mia missione qui è far evolvere questo gruppo, plasmare un’identità di squadra che sappia interpretare al meglio le ambizioni del club.
Non è un impegno dettato dalla leggerezza, bensì da una profonda analisi delle potenzialità che risiedono in questi giocatori.
Credo fermamente nella loro capacità di crescita, nel loro potenziale inespresso.
Il mio ruolo, in questo contesto, non è solo quello di allenatore, ma anche di guida, di catalizzatore di talenti.
Affronto ogni partita, ogni allenamento, con la consapevolezza di un compito arduo, ma stimolante.
La sfida con l’Atalanta rappresenta un ulteriore banco di prova, un’occasione per testare la solidità del nostro percorso e per confermare, con i fatti, la validità della nostra filosofia di gioco.
Il legame con questi colori, con questa piazza, si rafforza giorno dopo giorno, alimentato dalla passione dei tifosi e dalla reciproca fiducia.
Non è un giuramento solenne, ma un sentimento autentico, radicato nella convinzione di poter raggiungere traguardi importanti insieme.
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