martedì 9 Settembre 2025
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La difficile resa dei conti: quando l’amministrazione cambia rotta.

L’amministrazione pubblica, intrinsecamente legata alla gestione di risorse limitate e alla responsabilità verso la collettività, si confronta costantemente con la necessità di valutare l’efficacia delle proprie scelte.
Il percorso decisionale non è lineare, ma si articola in una dialettica tra aspirazioni iniziali e risultati concreti.
L’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, in un contesto significativo come l’inaugurazione del reparto di Patologia neonatale e della prima infanzia del Regina Margherita, ha affrontato la delicata questione relativa alla conclusione del mandato dell’ex commissario della Città della Salute e della Scienza, Thomas Schael.

La vicenda solleva un interrogativo fondamentale: come definire una scelta amministrativa come “giusta”? Non è una questione di assoluta verità, ma di valutazione pragmatica.

Sebbene la decisione iniziale, basata su una lettura delle competenze manageriali di Schael, fosse animata da intenzioni positive, l’evolversi degli eventi, culminato in una sentenza giudiziaria, ha inesorabilmente rivelato una discrepanza tra l’aspettativa e la realtà.

Non si tratta di un errore da nascondere o di una colpa da attribuire, bensì di un dato di fatto che impone una riflessione profonda.

L’errore più grave, l’autentico boomerang politico, sarebbe stato perseverare in una decisione rivelatasi inefficace.
L’amministratore responsabile non è colui che difende a tutti i costi le proprie scelte, ma colui che possiede la lucidità e il coraggio di ammettere un errore e di correggerlo.

Assumersi la responsabilità di un cambio di rotta, soprattutto quando tale decisione è impopolare o rischia di generare critiche, è un atto di maturità che denota un profondo senso del dovere.

La nomina del successore di Schael, e la conseguente polemica sollevata dall’ex commissario, evidenziano un’ulteriore dimensione del problema.
La presunta mancanza di comunicazione da parte dell’amministrazione, o meglio, l’incomprensione di un iter formale come la pubblicazione sul Bur, riflette la complessità della gestione burocratica e la necessità di trasparenza e chiarezza nei processi decisionali.
L’arrivo del nuovo direttore generale, Livio Tranchida, rappresenta un segnale di cambiamento e di speranza per il futuro della Città della Salute e della Scienza.
La sua presenza è vista come un elemento cruciale per ristabilire un clima di stabilità, armonia e collaborazione all’interno dell’azienda, ponendo fine a periodi di tensione e conflitto.

Si auspica che la sua leadership possa favorire un rinnovato spirito di squadra e una maggiore efficienza nell’erogazione dei servizi sanitari, a beneficio della comunità.
L’episodio ribadisce l’importanza di un approccio amministrativo flessibile, attento all’evoluzione del contesto e capace di adattarsi alle nuove esigenze, sempre con l’obiettivo primario di garantire il benessere dei cittadini.

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