La vicenda della tragedia della funivia del Mottarone, che nel maggio 2019 spezzò la vita di quattordici persone, continua a generare interrogativi complessi e a sollecitare una profonda riflessione sulla responsabilità e sulla sicurezza. L’udienza preliminare, ancora in corso, si concentra sull’analisi delle accuse mosse dalla Procura di Verbania, un quadro giuridico che il giudice per le indagini preliminari (GUP) Gianni Macchioni ha ritenuto necessario rielaborare.La decisione del GUP non è un’incongruenza procedurale di lieve entità, bensì un segnale di attenzione al dettaglio e alla complessità delle dinamiche che hanno portato al disastro. In particolare, l’attenzione si concentra sulla contestazione del reato di attentato alla sicurezza dei trasporti, un’accusa che, nella sua formulazione originale, appariva insufficiente a cogliere appieno la gravità dei fatti e la molteplicità dei fattori che hanno contribuito al crollo della cabina.La rielaborazione richiesta dal GUP impone alla Procura di Verbania di approfondire l’analisi delle responsabilità, distinguendo con maggiore precisione tra una possibile condotta dolosa – ovvero volontaria e premeditata – e una condotta colposa, derivante da negligenza, imprudenza o imperizia. Questa distinzione è cruciale, poiché le implicazioni giuridiche e le pene previste sono significativamente diverse. La tragedia del Mottarone non è riconducibile a un singolo errore o a una singola omissione, ma a una concatenazione di eventi e decisioni errate, che hanno eroso la sicurezza dell’impianto. Tra le criticità emerse nel corso delle indagini figurano la mancata sostituzione dei dispositivi di sicurezza, le irregolarità nelle attività di manutenzione, le carenze nei controlli e l’inadeguata formazione del personale. La richiesta di rielaborazione dei capi d’imputazione implica una verifica più approfondita delle competenze e delle responsabilità di ciascuno degli imputati, che spaziano dai dirigenti della funivia ai tecnici, passando per i funzionari degli enti di controllo. Si tratta di accertare se le decisioni prese abbiano portato ad un aumento del rischio e se siano state prese con la consapevolezza delle possibili conseguenze.La vicenda solleva, inoltre, interrogativi cruciali sulla governance delle infrastrutture di trasporto, sulla necessità di rafforzare i controlli e di garantire la trasparenza delle decisioni. La sicurezza dei trasporti pubblici non è un optional, ma un diritto fondamentale, e la tragedia del Mottarone deve servire da monito per prevenire simili eventi in futuro. La giustizia, in questo contesto, non si limita ad accertare le responsabilità individuali, ma deve promuovere una cultura della sicurezza basata sulla prevenzione, sulla formazione e sulla responsabilità collettiva. La rielaborazione dei capi d’imputazione rappresenta quindi un passo necessario per una piena comprensione della catena di eventi che hanno portato alla tragedia e per garantire che simili errori non si ripetano.
Mottarone: Nuova svolta nell’inchiesta, GUP chiede approfondimenti.
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