Un’ondata di contestazione ha travolto il Verbano-Cusio-Ossola, investendo scuole, associazioni di categoria e famiglie, a seguito della distribuzione del “Diario Amico” per l’anno scolastico 2025-2026.
Il diario, concepito in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale e destinato agli studenti delle scuole medie inferiori, si è trasformato in un focolaio di polemiche per il suo approccio alla rappresentazione del lavoro agricolo e zootecnico.
Al centro della controversia un racconto in particolare, “Blog in Val Formazza Miaoo!!”, che attraverso un dialogo immaginario tra una bovina e un felino, presenta una narrazione distorta e percepita come denigratoria del ruolo degli allevatori.
L’animale in questione espone una visione radicale, accusando gli allevatori di sfruttamento e proponendo l’adozione di diete a base di bevande vegetali, con un’ironica contrapposizione all’apparente ipocrisia di un lupo che dichiara di seguire una dieta vegetariana.
L’associazione agricola Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) ha espresso forte disappunto, sottolineando come tali contenuti vadano interpretati come un’imposizione ideologica, estranea e dannosa per la funzione educativa della scuola.
La Cia denuncia l’offesa diretta alla dignità e al lavoro degli allevatori, costretti a confrontarsi con un’immagine caricaturale e pregiudizievole.
La polemica non si limita a una mera questione di sensibilità; essa apre un dibattito più ampio sulla rappresentazione del lavoro agricolo e zootecnico nell’educazione dei giovani.
La complessità del settore primario, con le sue sfide economiche, ambientali ed etiche, rischia di essere semplificata e ridotta a un mero rapporto di sfruttamento.
La gravità della situazione è tale che l’Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente e della Vita Rurali, in stretta collaborazione con la Cia, ha lanciato una petizione online, su Change.
org, per chiedere il ritiro immediato e la distruzione delle sette mila copie del diario.
L’iniziativa mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a sollecitare un intervento da parte delle autorità scolastiche e politiche, al fine di evitare la reiterazione di simili episodi e di promuovere un’educazione più equilibrata e rispettosa delle diverse professioni che compongono il tessuto sociale ed economico del territorio.
La vicenda solleva interrogativi cruciali sul ruolo dell’ideologia, in particolare quella vegano-animalista, all’interno del contesto educativo e sulla necessità di garantire una rappresentazione accurata e imparziale del lavoro agricolo, valorizzandone il contributo fondamentale alla società.







