sabato 26 Luglio 2025
17.4 C
Rome

Caat Torino: Protesta per un agroalimentare a rischio

Caat di Torino: Una giornata di protesta per un sistema agroalimentare sotto pressioneIl cuore pulsante del commercio ortofrutticolo piemontese, il Centro Agroalimentare di Torino (Caat), si è fermato.
Martedì 15 luglio, i grossisti, attraverso l’Associazione Piemontese Grossisti Ortoflorofrutticoli (Apgo), hanno indetto una giornata di chiusura e mobilitazione, un segnale forte per denunciare un accumulo di tensioni economiche che minacciano la sostenibilità dell’intero sistema.
La decisione, lungi dall’essere un gesto isolato, rappresenta l’apice di una spirale di aumenti insostenibili.
L’ente gestore ha imposto incrementi significativi, un +30% sugli oneri di comprensorio e un’impennata del 50% per l’accesso giornaliero dei clienti.
Questi costi aggiuntivi si sommano a un pesante fardello già esistente: gli affitti, saliti di circa 400.

000 euro negli ultimi due anni, hanno portato il costo complessivo a quasi quattro milioni di euro, gravando pesantemente sulle casse delle aziende.

L’Apgo non intende accettare passivamente un carico così gravoso.

La protesta non è solo una rivendicazione economica, ma una richiesta di un cambio di paradigma nella gestione del Caat.

I grossisti chiedono un’analisi approfondita delle spese, una razionalizzazione delle risorse e, soprattutto, una ricerca di soluzioni alternative a quelle che si traducono in un trasferimento inique del peso economico sulle spalle degli operatori.
La contestazione assume una valenza ancora più incisiva se si considera il quadro finanziario dell’ente gestore.

Il bilancio appena approvato, infatti, rivela un fatturato di 6,2 milioni di euro e un attivo considerevole, con disponibilità liquide e depositi bancari che superano i 6 milioni di euro complessivi.

La discrepanza tra la solida posizione finanziaria dell’ente e l’aumento dei costi imposti agli operatori alimenta un forte senso di ingiustizia.

La mobilitazione del 15 luglio, condotta nel rispetto della legalità, coinvolge un ecosistema complesso e vitale per l’economia piemontese.

Il Caat è un punto di riferimento per 79 aziende grossiste, 22 operatori logistici, 150 produttori locali delle province di Torino, Cuneo e Asti.
Il centro funge da collegamento cruciale tra i produttori agricoli e i canali di distribuzione, che includono i 46 mercati rionali torinesi, i commercianti al dettaglio piemontesi e quelli provenienti da regioni limitrofe come Valle d’Aosta e Liguria.

Le associazioni di categoria sono in piena adesione alla protesta.

Il volume di affari che transita quotidianamente nel Caat è impressionante: 550.

000 tonnellate di merci movimentate ogni anno, per un valore di 550 milioni di euro.

La sua operatività efficiente e la sua capacità di collegare filiere sono elementi strategici per l’approvvigionamento alimentare della regione e oltre.
La protesta del 15 luglio, quindi, è un campanello d’allarme che riguarda l’intera filiera agroalimentare, un appello a un modello di gestione più equo e sostenibile, capace di tutelare gli operatori e di garantire la vitalità di un sistema cruciale per l’economia e la cultura piemontese.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -