Il nuovo Bivacco Fiamme Gialle, un faro di accoglienza alpina a 3005 metri di altitudine, ha recentemente coronato i suoi lavori di realizzazione e posa in quota, il 13 ottobre.
L’opera, strategicamente situata lungo la via normale del Cimon della Pala, nel territorio comunale di Primiero San Martino di Castrozza (Trento), sostituisce la struttura preesistente, un testimone ormai datato, eretto negli anni ’60 e giunto al termine del suo ciclo vitale.
Questa non è una semplice sostituzione, ma una profonda riqualificazione che riflette un approccio moderno alla progettazione di rifugi alpini.
Il progetto è stato scelto attraverso un rigoroso concorso, dove i partecipanti hanno dovuto interpretare tre assi concettuali fondamentali.
In primis, la salvaguardia della funzione primaria del bivacco: un punto di soccorso essenziale in ambienti ostili e una base sicura per brevi soste durante le escursioni.
In secondo luogo, un’integrazione armonica nel contesto paesaggistico, in linea con le normative ambientali e con un’attenzione particolare all’estetica.
Infine, la sostenibilità, intesa come scelta di materiali a basso impatto ambientale, tecniche costruttive innovative e soluzioni che minimizzino i costi di gestione e manutenzione nel lungo termine.
Il nuovo manufatto incarna questi principi, elevando l’esperienza del rifugiato non solo in termini di sicurezza, ma anche di comfort e rispetto per l’ambiente.
L’obiettivo è creare uno spazio che dialoghi con la maestosità del Cimon della Pala, minimizzando l’impatto visivo e contribuendo alla conservazione del patrimonio naturale.
Parallelamente alla nuova apertura del Bivacco Fiamme Gialle, la Sezione Cai sta proseguendo il programma di riqualificazione di altre strutture alpine di sua competenza.
Attualmente, rimangono inagibili il bivacco Renato Reali, situato sulla Forcella Marmor nel gruppo delle Pale di San Martino, e l’Aldo Moro, sulla Forcella Bragarolo nel gruppo dei Lagorai.
Questi interventi, in continuità con le scelte progettuali del Fiamme Gialle, mirano a garantire la fruibilità e la sicurezza di tutti i rifugi di proprietà del Cai, assicurando che rimangano un presidio fondamentale per l’escursionismo e l’alpinismo in Trentino.
I lavori proseguiranno nelle prossime settimane, con l’obiettivo di restituire integralmente queste strutture alla comunità, confermando il ruolo del Cai come custode del territorio montano e promotore di una cultura alpina responsabile e attenta al futuro.







