L’allarme è scattato ieri sera, 11 agosto, quando un sessottenne residente a Nanno è scomparso, lasciando un vuoto di informazioni che ha innescato un’operazione di ricerca su vasta scala.
L’uomo, un signore di 68 anni, era partito per una consueta passeggiata dopo pranzo, un rituale apparentemente innocuo che si è trasformato in una fonte di crescente preoccupazione.
L’appuntamento mancato per le 18, un orario prestabilito, ha destato i primi sospetti, presto aggravati da tentativi di contatto telefonico parzialmente riusciti.
La breve conversazione, interrotta dalla conseguente scarica della batteria del cellulare, ha offerto solo frammenti di informazioni, non sufficienti a determinare la sua posizione.
La segnalazione alla Centrale Unica di Emergenza 112, giunta poco dopo le ore 20:30, ha immediatamente attivato un complesso meccanismo di intervento, coordinando risorse e competenze diverse.
La stazione della Val di Non del Soccorso Alpino e Speleologico del Trentino è stata la prima a mobilitarsi, seguita dall’intervento di squadre provenienti dalla Val di Sole, Alta Val di Non, Rabbi, Pejo e Vermiglio.
La gravità della situazione ha richiesto l’impiego di Unità Cinofile specializzate, sia convenzionali che molecolari, provenienti dalla Scuola Provinciale, unitamente a Vigili del Fuoco, Croce Rossa e Croce Bianca.
Anche le forze dell’ordine – Polizia di Moena, Carabinieri e Guardia di Finanza – sono state coinvolte nell’operazione.
Le ricerche, iniziate con urgenza, si concentrano in un’area estesa, delimitata dal raggio di copertura del segnale del telefono cellulare dell’uomo.
Questa zona, particolarmente ampia, si estende per circa 2 chilometri, abbracciando i piccoli centri abitati di Nanno, Dermulo, Taio e Tassullo, un territorio caratterizzato da orografia complessa e da sentieri potenzialmente impervi.
L’operazione rappresenta una sfida significativa per le squadre di ricerca, che devono considerare non solo la vastità dell’area da scandagliare, ma anche le possibili cause della scomparsa: un incidente, un malore, una perdita di orientamento, o forse anche una situazione di maggiore gravità.
La speranza è che un rapido intervento possa permettere di ritrovare l’uomo sano e salvo, ponendo fine a questa angosciante attesa.
La complessità del territorio esige la massima cautela e l’utilizzo di tutte le risorse disponibili per garantire un risultato positivo.