Nel cuore delle Dolomiti, l’équipe di soccorso alpino della Bassa Atesina, parte del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), è stata mobilitata per un evento fuori dal comune.
L’allarme, giunto dalla Guardia Forestale di Egna, descriveva una situazione delicata: una capretta intrappolata in una zona impervia dell’area di Castelfeder, sovrastante il campo sportivo di Ora.
L’intervento, protrattosi per circa quattro ore, ha richiesto un approccio metodico e tecnicamente complesso, riflettendo le sfide poste dal terreno montano.
La conformazione del pendio, immediatamente percepita come estremamente ostile e caratterizzata da un accesso difficoltoso, ha imposto una valutazione preliminare accurata.
In linea con le moderne tecniche di soccorso, si è optato per un ricorso immediato all’impiego di un drone.
Questo strumento, versatile e preciso, ha permesso di ottenere immagini aeree dettagliate, localizzando con esattezza l’animale e fornendo una mappatura tridimensionale dei dislivelli da superare, cruciale per pianificare una manovra sicura ed efficiente.
Successivamente, un team specializzato composto da tre soccorritori altamente qualificati è stato dispiegato.
Il loro lavoro è stato coordinato da un quarto tecnico, posizionato in un punto strategico alla base della parete.
Quest’ultimo, con strumenti di precisione, forniva costanti riferimenti verticali, essenziali per guidare la discesa e garantire che i soccorritori mantenessero l’orientamento corretto.
La discesa in corda doppia, una tecnica di recupero alpino particolarmente efficace in situazioni di questo tipo, è stata eseguita con la massima cautela.
Una volta raggiunto l’animale, è stato imbragato con cura e accompagnato in sicurezza durante l’intera calata, fino a raggiungere il suolo.
La capretta, una volta a terra, è stata constatata in buone condizioni fisiche, testimoniando l’efficacia dell’intervento e la preparazione degli uomini del soccorso alpino.
L’episodio, seppur singolare, sottolinea l’importanza cruciale della formazione continua, dell’utilizzo di tecnologie avanzate e della capacità di adattamento di chi opera in ambienti alpini, garantendo la sicurezza di persone e fauna selvatica.
La professionalità e la competenza dimostrate hanno permesso di risolvere una situazione potenzialmente rischiosa, consolidando il ruolo del CNSAS come garante della sicurezza in montagna.








