Un episodio di inaccettabile violenza ha scosso la quiete della Val Casies, trasformando una giornata di ristoro in baita in un momento di drammatico scontro.
Un diverbio, apparentemente nato da una questione di tempi d’attesa e costi, si è degenerato in un atto di aggressione che ha visto coinvolti due turisti italiani e Alfred Selbenbacher, gestore della storica baita Kaser.
Secondo la ricostruzione dell’altoatesino, l’incidente si è verificato intorno alle 13:00.
Due uomini, stimati tra i 45 e i 55 anni, accompagnati da due giovani ventenni, si sono presentati presso la baita.
Il clima si è rapidamente deteriorato a causa di lamentele, percepite come maleducate e pretestuose, relative sia ai prezzi che alla velocità del servizio.
Selbenbacher, con la professionalità che contraddistingue l’ospitalità di montagna, ha cercato di gestire la situazione, soddisfacendo prontamente due degli ordini in attesa, mentre gli altri due avrebbero dovuto attendere un po’ di più, data l’affluenza di numerosi altri clienti.
La tensione è esplosa quando uno dei turisti, in un’esplosione di rabbia ingiustificata, ha rivolto insulti verso il gestore e, in un gesto improvviso e premeditato, gli ha spruzzato al volto uno spray al peperoncino.
L’atto, oltre al dolore fisico subito da Selbenbacher, ha generato un immediato shock in tutti i presenti.
La situazione non si è fermata qui: gli aggressori, in un ulteriore atto vandalico, hanno lanciato un bicchiere contro la moglie del gestore, per poi darsi alla fuga a piedi, abbandonando la scena del misfatto.
Il soccorso alpino è stato tempestivamente allertato e ha trasportato Alfred Selbenbacher a valle, dove la Croce Bianca lo ha preso in carico e trasferito in ospedale per le necessarie cure.
La prognosi è stata fissata a sette giorni, un periodo significativo che, in piena fienagione, compromette l’operatività della baita, una realtà imprescindibile per l’economia locale.
L’intervento dei Carabinieri ha portato all’identificazione e alla denuncia dei responsabili, sottolineando la gravità del reato commesso.
L’utilizzo di spray al peperoncino, un’arma chimica potenzialmente lesiva, rappresenta una violazione di legge e un’offesa alla sicurezza pubblica.
L’episodio solleva interrogativi sulla gestione della rabbia, sulla tolleranza e sul rispetto delle regole di convivenza, soprattutto in contesti come quello montano, dove l’ospitalità e la serenità rappresentano valori fondamentali.
La vicenda, oltre al danno fisico e psicologico subito da Alfred Selbenbacher e dalla sua famiglia, ha lasciato un segno profondo nella comunità della Val Casies, evidenziando la fragilità dei rapporti umani e la necessità di promuovere una cultura del dialogo e della pacifica risoluzione dei conflitti.