Il panorama italiano delle vaccinazioni pediatriche rivela significative disparità regionali, con l’Alto Adige che si posiziona, a livello nazionale, tra le province con le coperture vaccinali più basse, superata unicamente dalla Sicilia.
Un’analisi comparativa con la provincia autonoma di Trento, oltre alla media nazionale, evidenzia un divario preoccupante non solo tra queste realtà, ma anche all’interno dello stesso tessuto regionale, sollevando interrogativi sulle dinamiche socio-sanitarie in gioco.
I dati, aggiornati al 31 dicembre 2024 e pubblicati dal Ministero della Salute, restituiscono un quadro complesso che richiede un’attenta disamina delle cause e delle possibili strategie di intervento.
L’abisso tra le coperture vaccinali inizia a manifestarsi già nelle prime fasi di vita, durante la somministrazione delle vaccinazioni di base entro i primi due anni di età.
Prendendo come esempio la vaccinazione antipoliomielitica, un indicatore chiave delle vaccinazioni contenute nel vaccino esavalente, l’Alto Adige registra un tasso di copertura dell’87,11%, un dato ben al di sotto della media nazionale che si attesta al 94,45%.
In netto contrasto, la provincia di Trento supera la soglia raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, raggiungendo una copertura del 95,38%, un risultato che la colloca in una posizione di eccellenza rispetto alla media italiana e alla maggior parte delle altre regioni.
Il trend delineato per la poliomielite si ripropone anche per la vaccinazione contro il morbillo (prima dose), con l’Alto Adige che raggiunge il 90,22%, mentre la media nazionale si assesta al 94,77%.
Ancora una volta, Trento si distingue con un valore del 95,65%, un traguardo che dimostra un impegno significativo nel garantire la protezione dei bambini contro questa malattia potenzialmente grave.
La persistente disparità geografica, che vede la Sicilia in una situazione analoga all’Alto Adige, suggerisce la necessità di approfondire le specificità territoriali che influenzano l’adesione alle vaccinazioni.
La situazione non migliora con la vaccinazione contro la varicella, un’altra procedura essenziale nell’età pediatrica.
L’Alto Adige si attesta al 90,39%, contro una media nazionale del 93,87%, mentre la provincia di Trento supera entrambi i valori con una copertura del 95,08%.
Questa differenza significativa potrebbe essere attribuibile a fattori complessi, tra cui la percezione del rischio, la fiducia nelle istituzioni sanitarie, le barriere culturali e socio-economiche, e l’accesso all’informazione corretta.
L’analisi complessiva suggerisce che un’approfondita indagine sulle cause di queste differenze regionali è fondamentale per sviluppare interventi mirati, che tengano conto delle specifiche esigenze e caratteristiche dei diversi territori.
È cruciale promuovere campagne di sensibilizzazione efficaci, rafforzare la fiducia nelle vaccinazioni e garantire un accesso equo e tempestivo ai servizi vaccinali, al fine di ridurre le disparità e proteggere la salute dei bambini italiani.
Inoltre, la collaborazione tra le regioni, il Ministero della Salute e le istituzioni sanitarie locali è essenziale per condividere buone pratiche e sviluppare strategie comuni per migliorare le coperture vaccinali a livello nazionale.








