Bolzano si configura come epicentro di una complessa congiuntura economica, distinguendosi per la maggiore incidenza sia dell’inflazione che dell’aumento dei prezzi dei carburanti nel panorama italiano.
L’analisi dell’Istat, focalizzata sui capoluoghi regionali, le province autonome e i comuni con popolazione superiore ai 150.000 abitanti, evidenzia come a maggio l’aumento generalizzato dei prezzi si manifesti con particolare intensità nella città altoatesina, condividendo un tasso di inflazione del 2,3% con Napoli e Venezia.
Un dato che, seppur allineato ad altre realtà urbane di rilievo, contrasta con le performance più contenute di centri come Firenze, Aosta e Parma, dove l’inflazione si attesta rispettivamente allo 1,0%, allo 0,9% e allo 0,8%.
Questa divergenza territoriale riflette una frammentazione economica più ampia, dove le dinamiche locali e le peculiarità settoriali influenzano significativamente l’impatto dell’inflazione.
La recente escalation delle tensioni geopolitiche nel Medio Oriente, con l’apertura di un nuovo fronte di conflitto tra Israele e Iran, ha esacerbato ulteriormente la situazione, innescando una reazione a catena nei mercati petroliferi globali.
Le rilevazioni di Staffetta Quotidiana testimoniano un ritorno dei prezzi della benzina sopra la soglia di 1,7 euro al litro e del gasolio sopra 1,6, un fenomeno amplificato dalle tariffe autostradali, tradizionalmente più elevate.
In questo contesto, Bolzano si distingue nuovamente come la città con la benzina più cara, seguita dalla Basilicata e dalla Calabria.
Al contrario, Marche, Veneto e Lazio emergono come aree geografiche caratterizzate da una maggiore contenimento dei prezzi, segnalando una diversificazione nella risposta dei mercati regionali.
L’analisi specifica dei prezzi del gasolio conferma il primato di Bolzano, con un costo medio di 1,669 euro al litro, un valore che sottolinea la sua posizione di eccellenza in termini di oneri per i consumatori.
Trento e Valle d’Aosta seguono a ruota, con prezzi rispettivamente di 1,646 e 1,642 euro al litro.
In parallelo, Campania, Veneto e Marche si distinguono per una maggiore efficienza nella gestione dei costi energetici, offrendo ai propri cittadini un sollievo rispetto all’incremento generalizzato dei prezzi.
Questi dati, complessivamente, non solo delineano un quadro dettagliato delle dinamiche economiche in atto, ma sollevano interrogativi sulla necessità di politiche mirate a mitigare l’impatto dell’inflazione e della volatilità dei prezzi sui consumatori, con particolare attenzione alle aree geografiche più vulnerabili come Bolzano e le regioni limitrofe, e sulla capacità di rafforzare la resilienza delle economie locali di fronte a shock esterni.