Alex Langer, figura imprescindibile per chiunque nutra un’aspirazione a un futuro sociale intriso di giustizia, equità, pace e dialogo interculturale, con una profonda sensibilità per la tutela ambientale, continua a irradiare il suo pensiero a trent’anni dalla scomparsa. Giorgio Mezzalira, custode e co-curatore dell’Archivio Alex Langer, ne testimonia l’eredità, offrendo uno sguardo intimo sull’uomo e sul suo operato.Langer, definito con perspicacia “costruttore di ponti e guastatore di muri”, abbandonò il mondo il 3 luglio 1995, in un luogo simbolo come un oliveto toscano, lasciando dietro di sé non un lutto, ma un imperativo: proseguire il cammino verso il bene. Ma chi era veramente Alex Langer, al di là di questa sintetica, quasi profetica, definizione?Era un intellettuale e attivista con una rara capacità di connettere mondi apparentemente distanti. La sua formazione filosofica, profondamente radicata nel pensiero di Emmanuel Lévinas e in una visione etica incentrata sull’alterità, lo spinse a interrogarsi costantemente sui limiti del potere, sulle ingiustizie strutturali e sulle responsabilità individuali e collettive. Non si trattava di una critica sterile, ma di una ricerca attiva di soluzioni, di un tentativo costante di costruire alternative concrete.La sua azione politica, sempre orientata verso la giustizia sociale, si manifestò attraverso l’impegno in movimenti pacifisti, nella difesa dei diritti civili e nella promozione del dialogo tra culture diverse. Langer non aderì mai a partiti o ideologie rigide, preferendo un approccio autonomo e critico, sempre aperto al confronto e alla collaborazione. Riconobbe l’importanza delle istituzioni, ma ne denunciò le derive autoritarie e la tendenza all’omologazione.La sua visione ecologica non era un semplice ambientalismo, ma una profonda riflessione sul rapporto tra l’uomo e la natura, sulla necessità di un modello di sviluppo sostenibile che concili il progresso economico con la salvaguardia del pianeta. Rifiutò la logica consumistica e l’idea di una crescita infinita, promuovendo un ritorno a uno stile di vita più sobrio e rispettoso dell’ambiente.Langer, in un’epoca segnata da crescenti divisioni e conflitti, si propose come un ponte tra generazioni, tra culture, tra ideologie. Il suo archivio, ora curato con rigore e passione da Mezzalira e collaboratori, rappresenta una fonte inestimabile per comprendere il suo pensiero e per trarre ispirazione per il futuro. Non si tratta solo di conservare documenti e testimonianze, ma di riattualizzare il suo messaggio, rendendolo accessibile alle nuove generazioni.L’eredità di Alex Langer non è un semplice retaggio storico, ma un invito all’azione. Un’esortazione a coltivare la capacità di ascolto, la volontà di dialogo e la determinazione a costruire un mondo più giusto e pacifico, in cui ogni individuo possa realizzare il proprio potenziale e contribuire al bene comune. “Continuate in ciò che era giusto” non è solo un addio, ma un monito, un faro che illumina il cammino verso un futuro possibile.
Alex Langer: l’eredità di un costruttore di ponti, a trent’anni dalla scomparsa.
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