giovedì 2 Ottobre 2025
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Discarica abusiva a Basiliano: sequestro e indagine su crimine ecologico

L’indagine culminata nel sequestro di un’area di oltre 25.000 metri quadrati a Basiliano, in provincia di Udine, ha portato alla luce una drammatica vicenda di degrado ambientale e gestione illegale di rifiuti.
L’intervento, condotto dalla stazione Forestale di Udine, svela una trasformazione insidiosa di un sito industriale abbandonato, un tempo cuore pulsante di attività produttiva, ora palcoscenico di un crimine ecologico.
La storia del luogo è segnata da un passato industriale.

Un tempo sede di una fonderia, l’area, situata lungo la statale 13 Pontebbana, ha subito una profonda metamorfosi.

La dismissione dell’azienda ha portato alla demolizione delle strutture produttive, lasciando inalterata la recinzione perimetrale e i fabbricati adibiti ad uffici lungo la facciata stradale.

Questo vuoto strutturale, unita alla progressiva decadenza del sito, ha offerto terreno fertile per attività illecite.

Approfittando dell’abbandono e dell’assenza di controlli, individui non ancora identificati hanno deliberatamente convertito l’area in una discarica abusiva di proporzioni ingenti.

La quantità di rifiuti conferiti illegalmente raggiunge i 600 metri cubi, un volume impressionante che testimonia l’operosità e la premeditazione dei responsabili.
Non si tratta di semplici scarti domestici; la natura dei rifiuti è particolarmente preoccupante: si tratta di rifiuti speciali, alcuni dei quali classificati come pericolosi.

La loro presenza contamina il suolo, l’aria e potenzialmente le acque sotterranee, con gravi ripercussioni sull’ecosistema locale e sulla salute pubblica.

L’indagine, complessa e meticolosa, ha coinvolto approfonditi rilievi tecnici e analisi per accertare la natura e l’origine dei rifiuti.

La collaborazione offerta dagli attuali proprietari, che si sono dimostrati estranei alle attività illecite, è stata determinante per il progresso delle indagini.
La loro posizione è stata qualificata come parte lesa, sottolineando la loro vittimizzazione a causa delle azioni dei responsabili.
Il sequestro dell’area rappresenta un passo cruciale per la tutela dell’ambiente e per perseguire i responsabili di questo grave crimine.
L’intervento pone l’accento sulla necessità di rafforzare i controlli e le misure di prevenzione per evitare che siti industriali dismessi diventino facile preda di attività illegali.
La vicenda solleva, inoltre, interrogativi importanti sulla gestione del patrimonio industriale abbandonato e sulla necessità di riqualificare aree degradate, trasformandole in opportunità di sviluppo sostenibile e di valorizzazione del territorio.
Il caso di Basiliano serve da monito: la tutela ambientale è un dovere collettivo che richiede vigilanza costante e azioni concrete per contrastare ogni forma di inquinamento e degrado.

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