Filobus: Scandalo Appalti, Tainted Scuolabus in FVG

Un’indagine complessa e capillare, condotta dalla Guardia di Finanza di Udine in sinergia con le Procure di Udine e Pordenone, ha portato alla luce un sistema di manipolazioni d’asta che ha inficiato il corretto svolgimento di quattordici procedure di appalto per la fornitura di scuolabus in diversi enti locali del Friuli Venezia Giulia.
L’ammontare complessivo degli appalti interessati, stimato in oltre 1,6 milioni di euro, rivela la portata e l’impatto potenziale di questo schema corruttivo.

L’inchiesta, denominata “Filobus”, ha svelato un meccanismo pervaso da collusione tra funzionari pubblici e un’azienda con sede nella regione Veneto.
Lungi dall’essere un’eccezione, la manipolazione delle gare si è configurata come una prassi consolidata, finalizzata a garantire all’azienda veneta un accesso privilegiato al mercato, a discapito della concorrenza leale e dell’interesse pubblico.

Il cuore del sistema risiede in accordi preliminari, concordati in segreto tra i funzionari comunali e l’agente commerciale dell’azienda.
Questi accordi prevedevano la predisposizione di capitolati d’appalto specificatamente progettati per escludere la partecipazione di altri potenziali offerenti, definendo in anticipo parametri tecnici e condizioni economiche.

In questo modo, le successive gare d’appalto venivano quasi inevitabilmente assegnate alla stessa società, con ribassi apparentemente minimi, che non riflettevano una reale competizione di mercato.
Le accuse mosse ai 18 funzionari pubblici, unitamente al rappresentante aziendale, vertono su turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, un reato che incide direttamente sulla trasparenza e sull’imparzialità dell’amministrazione pubblica.
L’atto, volto a garantire il corretto svolgimento delle procedure d’appalto, è stato gravemente violato attraverso la collusione e la manipolazione.

La solidità dell’indagine è stata avvalorata dalla prontezza con cui il Tribunale di Udine ha definito in primo grado quattro procedimenti penali derivanti dall’inchiesta.

Due di questi si sono conclusi con sentenze di condanna, mentre in altri due casi il Tribunale ha accolto richieste di patteggiamento, dimostrando la consapevolezza della responsabilità da parte degli imputati.

Oltre alle ripercussioni penali, l’inchiesta ha portato alla luce potenziali danni erariali, direttamente legati al mancato rispetto delle regole di accesso al mercato e all’alterazione dei prezzi.
Questi danni, ancora da quantificare con precisione, sono stati segnalati alla Corte dei Conti, che ne determinerà l’esatta entità e le responsabilità.
L’accertamento di questi danni sottolinea la necessità di una revisione dei controlli interni e delle procedure di appalto, al fine di prevenire il ripetersi di situazioni simili in futuro e di salvaguardare il patrimonio pubblico.

L’inchiesta “Filobus” rappresenta un campanello d’allarme per l’intera regione, evidenziando la vulnerabilità del sistema appalti e la necessità di rafforzare la vigilanza e la trasparenza nell’amministrazione pubblica.

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