La sentenza emessa oggi dal giudice del lavoro del Tribunale di Trieste, Paolo Ancora, apre un capitolo significativo nel panorama della tutela dei lavoratori e solleva interrogativi cruciali sulla governance delle istituzioni culturali.
La Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste è stata ritenuta responsabile di mobbing nei confronti della sua direttrice amministrativa, con conseguente dichiarazione di illegittimità del licenziamento e ordine di reintegra, unitamente al riconoscimento di un adeguato risarcimento.
La decisione, che rappresenta un primo grado di giudizio, si concentra su un quadro di comportamenti vessatori protrattisi per un periodo rilevante, dall’8 gennaio 2022 al 4 marzo 2023, data in cui è stato comunicato il licenziamento.
L’indennizzo economico, parametrato all’ultima retribuzione globale di fatto, è stato quantificato in 12 mensilità, corrispondenti a 4.023 euro, a cui si aggiungono i contributi previdenziali e assistenziali, gli accessori legali e la rivalutazione monetaria.
Un risarcimento ulteriore, destinato a compensare il danno morale e la sofferenza patita dalla lavoratrice, ammonta a circa 28.000 euro, con l’aggiunta di interessi legali.
A ciò si aggiunge un risarcimento patrimoniale stimato in circa 4.000 euro e la copertura delle spese legali sostenute.
L’aspetto più rilevante di questa vicenda non è tanto l’ammontare dei risarcimenti, ma la constatazione di un contesto lavorativo caratterizzato da mobbing.
Questa qualificazione, che implica una condotta sistemica di isolamento, umiliazione e pressione psicologica, evidenzia una profonda disfunzione nell’organizzazione e nella gestione delle risorse umane all’interno della Fondazione.
La sentenza, in questo senso, non si limita a tutelare i diritti della direttrice, ma lancia un campanello d’allarme sull’importanza di un ambiente di lavoro sano e rispettoso, essenziale per la piena realizzazione del potenziale di ogni lavoratore e per il buon funzionamento di un’istituzione culturale di tale prestigio.
Massimo Albanesi, segretario Fvg della Fistel Cisl, sottolinea come questo caso non sia isolato, richiamando un altro precedente di licenziamento impugnato con successo da un’altra dipendente della Fondazione, anch’essa iscritta alla Cisl.
Questa sovrapposizione di eventi suggerisce la presenza di problematiche strutturali e di una potenziale mancanza di adeguate politiche di prevenzione e gestione dei conflitti all’interno del Teatro Lirico.
La richiesta di un tavolo di confronto, avanzata dal sindacato, mira a ristabilire un clima di dialogo costruttivo e a individuare soluzioni concrete per sanare le tensioni e ripristinare un rapporto di fiducia tra l’istituzione e i suoi dipendenti.
La vicenda solleva interrogativi sulla necessità di una revisione dei processi decisionali e di un rafforzamento dei meccanismi di tutela dei lavoratori, al fine di evitare che situazioni simili si ripetano in futuro e di garantire la sostenibilità a lungo termine del Teatro Lirico Giuseppe Verdi.