Scandalo a Trieste: Condannato Russo per abusi su minori.

La comunità sportiva triestina è scossa da una vicenda che ha gettato un’ombra profonda sul mondo del calcio giovanile.
Calogero Russo, 52 anni, figura un tempo presente e influente nel panorama delle squadre giovanili locali, è stato condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione dalla giudice Flavia Mangiante del Tribunale di Trieste per una serie di abusi sessuali perpetrati ai danni di quattordici minori tra il 19 e il 20.

La sentenza, emessa nell’ambito di un rito abbreviato che ha comportato una riduzione di un terzo della pena, riflette la gravità delle accuse e la sofferenza delle vittime.

Il caso, emerso a gennaio 2021 a seguito di indagini condotte dalla Procura della Repubblica, ha portato all’arresto di Russo e ha aperto una ferita nel tessuto sociale, sollevando interrogativi sul controllo e la tutela dei minori all’interno delle strutture sportive.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica e condotte dalla Squadra Mobile, hanno delineato un quadro inquietante: gli abusi si sarebbero consumati in luoghi diversi – spogliatoi, docce, aree di gioco, persino all’interno di autovetture durante i tragitti di ritorno – trasformando l’ambiente sportivo, che dovrebbe essere sinonimo di crescita e divertimento, in un luogo di sfruttamento e sofferenza.
La delicatezza della vicenda ha imposto l’adozione di particolari misure protettive per i minori, che sono stati ascoltati in forma anonima, supportati dalla presenza di psicologi sia durante le testimonianze alla Polizia, sia durante le audizioni condotte dai magistrati.

L’adesione come parte civile da parte di tredici famiglie testimonia la profonda fiducia nella giustizia e la necessità di ottenere un risarcimento adeguato per il trauma subito.
Questa sentenza rappresenta il secondo atto giudiziario relativo alla vicenda.
Un precedente processo, che aveva inflitto a Russo una condanna a dieci anni, era stato annullato a causa di un vizio procedurale, evidenziando la complessità e la delicatezza delle indagini e del processo.
La giudice Mangiante ha disposto un risarcimento di 35.000 euro a carico della società sportiva, presumibilmente per danni all’immagine e per la necessità di implementare misure di sicurezza più rigorose.

Per le famiglie delle vittime, è stata stabilita una provvisionale che varia tra i 3.000 e i 10.000 euro, in attesa della quantificazione definitiva del danno in sede civile, dove si valuteranno gli aspetti psicologici e fisici del trauma subito.

La difesa di Calogero Russo ha immediatamente annunciato l’intenzione di presentare appello, contestando la mancanza di prove concrete a supporto delle accuse, sollevando dubbi sulla validità delle testimonianze e sulla loro interpretabilità.

L’evento ha generato un profondo sconcerto e una richiesta di maggiore trasparenza e controlli all’interno delle associazioni sportive, al fine di prevenire il ripetersi di simili tragedie e di proteggere adeguatamente i minori che vi partecipano.
La vicenda pone l’accento sulla necessità di una cultura dello sport più consapevole, responsabile e attenta alla tutela dei diritti fondamentali dei minori.

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