venerdì 5 Settembre 2025
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Trieste all’avanguardia: ricerca mondiale sull’ansia matematica

L’Università di Trieste si distingue a livello globale per un’area di ricerca particolarmente sentinella: l’ansia matematica e il suo impatto sullo sviluppo cognitivo.

Un articolo di prestigio pubblicato su *Frontiers in Psychology*, curato da H.

Ugras, consacra l’ateneo friulano tra i primi tre laboratori mondiali dedicati a questo complesso fenomeno, posizionandolo altresì come leader europeo nel campo.
Il ranking è il risultato di un’analisi bibliometrica approfondita che evidenzia la rilevanza e l’originalità dei contributi triestini.

In un’era definita dalla pervasività della matematica, non solo nelle discipline scientifiche ma anche nelle tecnologie che plasmano la nostra quotidianità, la padronanza di questa materia è diventata un fattore cruciale per il successo accademico, la competitività professionale e l’adattamento a un mondo in rapida evoluzione.
Tuttavia, per molti studenti, la matematica non rappresenta una sfida intellettuale stimolante, ma una fonte di ansia e frustrazione.

L’ansia matematica, definita come una paura irrazionale o una sensazione di disagio legata alla manipolazione dei numeri, alla risoluzione di problemi o alla mera valutazione delle proprie capacità, rappresenta un ostacolo significativo all’apprendimento e alla performance.

Le implicazioni sono di vasta portata, influenzando le traiettorie di carriera, perpetuando disparità di genere (le donne, in particolare, spesso evitano professioni STEM a causa di questa ansia) e limitando il potenziale umano.

Il laboratorio di Psicologia dello Sviluppo e dell’Apprendimento dell’Università di Trieste, guidato da Maria Chiara Passolunghi e Sandra Pellizzoni, è all’avanguardia nella comprensione di questo fenomeno.
La ricerca si concentra sull’identificazione delle radici dell’ansia matematica, che si rivelano essere complesse e multifattoriali.
Gli studi hanno dimostrato, in maniera sorprendente, come l’ansia genitoriale, anche in forma subliminale, possa influenzare la percezione della matematica nei bambini fin dalla tenera età – già a tre anni.

Questo trasferimento di emozioni, se non gestito, si consolida nel tempo attraverso un circolo vizioso di insuccessi e auto-limitazioni.
Il laboratorio triestino non si limita all’analisi del problema, ma si impegna attivamente nella ricerca di soluzioni.

L’approccio è orientato alla promozione di un atteggiamento positivo verso la matematica, incoraggiando un “mindset” di crescita e sviluppando strategie di coping efficaci.

Si tratta di promuovere la resilienza, la flessibilità cognitiva e la capacità di affrontare le sfide con fiducia.

L’obiettivo finale è quello di democratizzare l’accesso alla conoscenza matematica, liberando il potenziale di ogni individuo e contribuendo a ridurre le disuguaglianze sociali.

La ricerca, inoltre, esplora metodologie didattiche innovative, focalizzate sull’esperienza pratica e sulla collaborazione, per creare un ambiente di apprendimento inclusivo e stimolante.

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