venerdì 8 Agosto 2025
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Trieste

Trieste: Indagine sulla rete familiare per la bambina Mailyn.

Il Tribunale per i Minori di Trieste ha avviato un’indagine complessa e delicata volta a determinare l’opportunità e la capacità della rete familiare estesa materna di garantire un ambiente di cura adeguato e protettivo per la minore, figlia di Mailyn e Alessandro.
La decisione, resa pubblica dall’avvocata Federica Tosel, che in collaborazione con il collega Francesco De Carlo assiste Mailyn, cittadina colombiana coinvolta in un drammatico evento a Gemona (Udine) il 25 luglio scorso, solleva questioni di profonda rilevanza legale, psicologica e sociale.
L’evento, che ha visto la perdita di Alessandro, compagno di Mailyn, e la successiva e macabra dismissione del corpo da parte della suocera, Lorena Venier, ha generato un’emergenza di tutela per la bambina, al centro di un intricato processo di valutazione.

L’indagine del Tribunale non si limita a un mero accertamento formale dell’idoneità genitoriale estesa.
Si tratta di un’analisi multidimensionale che mira a considerare il benessere psicologico e lo sviluppo armonioso della minore, elementi imprescindibili per la tutela dei suoi diritti fondamentali.
In questo contesto, il coinvolgimento del Consolato colombiano in Italia assume un ruolo cruciale.

Le autorità consolari sono chiamate a fornire informazioni dettagliate sulla realtà familiare di origine di Mailyn, a ricostruirne il tessuto sociale e a fornire elementi utili per comprendere le dinamiche relazionali che hanno portato alla tragedia.
Questa fase investigativa mira a fornire al Tribunale una visione più ampia e contestualizzata della situazione, superando le limitazioni imposte da una valutazione esclusivamente locale.
La decisione di affidare temporaneamente la minore ai Servizi Sociali e di collocarla in una struttura di accoglienza come una casa-famiglia, rappresenta una misura cautelare volta a garantire la sua protezione immediata.
Questa scelta riflette la gravità della situazione e la necessità di allontanare la bambina dall’ambiente familiare, segnato da eventi traumatici che potrebbero compromettere il suo sviluppo emotivo e cognitivo.

La scelta della casa-famiglia, in particolare, mira a fornire alla minore un ambiente stabile e accogliente, gestito da professionisti qualificati in grado di offrire supporto psicologico e pedagogico.
L’indagine in corso non si limita all’accertamento della capacità di cura della rete familiare estesa, ma coinvolge anche una valutazione approfondita delle dinamiche psicologiche e relazionali che hanno portato alla tragica perdita del padre e alla conseguente necessità di tutela della minore.

L’obiettivo finale è quello di garantire alla bambina un futuro sereno e sicuro, offrendole la possibilità di crescere in un ambiente stabile e protettivo, in grado di favorire il suo pieno sviluppo personale.

L’approccio multidisciplinare, che coinvolge il Tribunale, i Servizi Sociali, il Consolato colombiano e i professionisti dell’accoglienza, sottolinea l’importanza di una risposta coordinata e personalizzata per affrontare questa complessa situazione di emergenza.

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