giovedì 31 Luglio 2025
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Udinese, l’attesa di Guggenheim: trattative sospese e futuro incerto

A poco più di due mesi dall’annuncio di una potenziale acquisizione dell’Udinese Calcio da parte del fondo americano Guggenheim Partners, il quadro negoziale rimane sospeso, generando incertezza e speculazioni nel panorama calcistico italiano.
La famiglia Pozzo, pilastro della società friulana per quasi quattro decenni, si trova di fronte a un bivio cruciale, che potrebbe segnare la conclusione di un’era.
La loro permanenza, se escludiamo il caso degli Agnelli alla Juventus, rappresenta una delle gestioni più durature e costanti nella storia della Serie A, un dato significativo considerando la volatilità tipica del mondo del calcio professionistico, dove solo poche realtà – Inter, Milan, Roma e Lazio – hanno saputo mantenere una presenza ininterrotta nella massima divisione per un arco temporale simile.

Durante il Media Day presso il ritiro di Lienz, l’amministratore delegato, Franco Collavino, ha evitato di fornire dettagli specifici, sottolineando la natura altalenante delle trattative complesse, che raramente seguono un calendario prevedibile.

Dietro questa cautela, emergono divergenze più profonde rispetto a quanto inizialmente prospettato.
L’ostacolo principale, a differenza di quanto si pensasse, non sembra risiedere tanto sulla valutazione economica, stimata intorno ai 180 milioni di euro, quanto sulla questione della continuità gestionale.

In particolare, l’accordo riguardante il ruolo di Gino Pozzo, figura chiave e anima dell’organizzazione, e la sua permanenza durante il periodo di transizione, si rivela il nodo cruciale da sciogliere.
La persistenza di un intenso scambio di giocatori tra l’Udinese e il Watford, altra società di proprietà dei Pozzo – quest’ultima esclusa dalla potenziale cessione – costituisce un ulteriore segnale della situazione di stallo.
Questa dinamica, normalmente indicativa di una pianificazione integrata e strategica tra i due club, assume oggi il significato di un elemento di incertezza, che ne suggerisce la possibile sospensione qualora l’acquisizione dovesse concretizzarsi.
La separazione dei due club, con la conseguente ridefinizione delle rispettive strategie sportive e operative, si renderebbe inevitabile per garantire la piena autonomia del fondo americano.
Esperti del settore osservano che la mancanza di un cronoprogramma preciso alimenta dubbi sulla reale possibilità di una conclusione a breve termine.

Il futuro dell’Udinese si presenta quindi come un crocevia di interessi, in cui la famiglia Pozzo deve bilanciare la prospettiva di un investimento estero con il desiderio di preservare l’identità e la struttura di una società che ha saputo ritagliarsi un ruolo di prestigio nel panorama calcistico italiano, caratterizzandosi per una politica di scouting e valorizzazione dei talenti spesso in controtendenza rispetto ai modelli più consolidati.

La trattativa, in definitiva, rappresenta una sfida complessa, che va ben oltre la mera valutazione finanziaria, toccando il cuore pulsante di un’identità calcistica profondamente radicata nel territorio friulano.

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