Il 2025 si configura come un anno di contrasti per l’agricoltura friulano-veneta, segnato da una qualità produttiva intrinsecamente valida, ma pesantemente condizionata da eventi meteorologici avversi che hanno ridotto significativamente i volumi raccolti.
L’analisi di Fedagripesca Confcooperative Friuli Venezia Giulia, voce autorevole che aggrega 111 cooperative con un fatturato aggregato di circa 640 milioni di euro, delinea un quadro complesso, caratterizzato da luci e ombre che impattano su diversi comparti.
Le avverse condizioni atmosferiche, tra cui piogge torrenziali e grandinate di rovescio, hanno causato perdite di raccolto variabili tra il 20 e il 30% in aree specifiche del territorio.
Il settore vitivinicolo, pilastro fondamentale dell’economia regionale e rappresentato in circa il 40% dalla produzione cooperativa, ha mantenuto un elevato standard qualitativo, ma ha subito una contrazione quantitativa stimata tra il 15 e il 20%.
La vendemmia, pur affrontando le difficoltà, ha mostrato una relativa resilienza nelle zone collinari, suggerendo una maggiore capacità di adattamento del vigneto a queste altitudini.
L’andamento deflattivo del mercato delle barbatelle – giovani piante di vite – rivela una cautela crescente tra i produttori, meno propensi ad espandere le aree vitate, forse a causa dell’incertezza sui prezzi futuri e dei costi di gestione.
La produzione di mais e girasole ha generalmente rispecchiato la media pluriennale, salvo nelle zone duramente colpite dalla grandine, dove i danni hanno raggiunto il 30%.
Un elemento di preoccupazione è rappresentato dalla compressione dei margini economici: i prezzi dei cereali, in costante diminuzione, non compensano i costi di produzione, ormai persistentemente elevati, un fattore che incide negativamente sulla redditività delle aziende agricole.
Anche la produzione di mele e kiwi ha subito una flessione del 15%, ma si prospettano segnali di ripresa nel medio-lungo termine grazie a nuovi impianti e alla crescente domanda di varietà gialla e rossa, considerate più redditizie e apprezzate dal consumatore.
In controtendenza, il comparto delle patate ha registrato un andamento positivo, con un aumento delle superfici coltivate e una buona resa delle varietà precoci, spinte dalla domanda di prodotti freschi e locali.
Il settore zootecnico e lattiero-caseario, storicamente legato al cerealicolo per l’alimentazione degli animali, è gravato dall’aumento dei costi di produzione, parzialmente compensati dai prezzi elevati del latte.
Questa dinamica, tuttavia, non risolve il problema di fondo, che è quello della sostenibilità economica delle aziende.
Come sottolinea il presidente Venanzio Francescutti, le sfide del 2025 non si limitano agli eventi meteorologici.
Costi di produzione ancora elevati e il difficile ricambio generazionale, con la conseguente perdita di competenze e know-how, rappresentano ulteriori elementi di vulnerabilità per il futuro del settore agricolo friulano-veneto.
La transizione verso pratiche agricole più sostenibili e resilienti, investendo in innovazione tecnologica e formazione del capitale umano, appare imperativa per garantire la continuità e la prosperità delle produzioni locali, preservando al contempo il patrimonio agroalimentare e il paesaggio che lo contraddistingue.
È necessaria una visione strategica a lungo termine, che coinvolga istituzioni, cooperative e produttori, per affrontare le sfide imminenti e costruire un futuro più solido e resiliente per l’agricoltura regionale.






