L’indagine sull’incendio devastante che ha distrutto un casolare a Castel D’Azzano si arricchisce di un nuovo, significativo capitolo.
A seguito dell’esplosione, che ha lasciato dietro di sé un cratere e un alone di mistero, le forze dell’ordine hanno eseguito una serie di operazioni mirate a identificare e localizzare tutti i presenti sul luogo dell’evento.
Il terzo individuo, precedentemente sfuggito alla cattura subito dopo la deflagrazione, è stato oggi localizzato e arrestato dai Carabinieri, grazie al lavoro certosino del Nucleo Investigativo.
Si tratta di Franco Ramponi, sessantacinque anni, un personaggio con radici profonde nel territorio, come confermato dalla sua proprietà agricola, dove è stato rintracciato.
L’arresto, avvenuto senza che l’uomo opponesse resistenza, segna un passo avanti cruciale nelle indagini, che puntano ora a ricostruire con precisione l’accadimento e a fare luce sulle dinamiche che hanno portato all’esplosione.
L’individuazione di Ramponi, a distanza di tempo dall’evento, sottolinea la complessità e l’accuratezza del lavoro investigativo in corso.
Non si tratta solo di identificare i presenti, ma anche di comprendere le loro connessioni, i possibili moventi e il ruolo che ciascuno di loro potrebbe aver giocato.
La proprietà agricola in cui è stato trovato Ramponi, un’area isolata e difficile da monitorare, suggerisce la volontà di sottrarsi alle indagini, sollevando interrogativi sulle sue intenzioni e sui possibili legami con gli altri occupanti del casolare.
Le prime verifiche hanno escluso, almeno inizialmente, un collegamento diretto con attività illecite di natura criminale, ma non si esclude al momento alcuna ipotesi.
La proprietà, sebbene dedicata prevalentemente all’agricoltura tradizionale, potrebbe nascondere, in passato, attività che necessitano di approfondimento, come ad esempio il ricovero di persone indigenti o lo svolgimento di attività economiche non ufficiali.
L’indagine, ora, si concentrerà sull’analisi dei suoi contatti, delle sue abitudini e dei suoi movimenti nelle settimane precedenti all’incendio.
L’arresto di Ramponi, unitamente alle informazioni già in possesso degli inquirenti, dovrebbe contribuire a svelare l’intero quadro della vicenda, restituendo alla comunità di Castel D’Azzano la verità e la certezza della giustizia.
Il ruolo preciso di Ramponi all’interno del contesto dell’incendio è ancora da chiarire, e le autorità si riservano di fornire ulteriori dettagli non appena l’indagine avrà compiuto ulteriori progressi.