venerdì, 20 Giugno 2025
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Baby Touche e altri: Daspo e foglio di via per aggressione a Monselice

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Un provvedimento severo, il “daspo Willy”, è stato emesso dalla questura di Padova nei confronti di Baby Touche e di altri cinque giovani, a seguito dell’aggressione perpetrata il 4 giugno al gestore della piscina comunale di Monselice, un episodio che ha visto coinvolte anche famiglie con minori. La misura, destinata a disporre un isolamento significativo per i responsabili, riflette una crescente preoccupazione per l’escalation di violenza e la reiterazione di comportamenti antisociali da parte di questo specifico individuo e del suo entourage.Baby Touche, formalmente denunciato per minacce e lesioni personali, e i suoi compagni si vedono imposti divieti di accesso di tre anni per l’intera provincia euganea, estendendo la restrizione a qualsiasi area urbana, esercizio pubblico e luogo di intrattenimento. L’interdizione si estende alle manifestazioni sportive a livello nazionale, aggravata dalla misura di prevenzione personale del “foglio di via obbligatorio” che preclude loro il ritorno nel Comune di Monselice per ben quattro anni. Le contusioni riportate dal gestore della piscina, seppur fisicamente non gravissime, sono sintomatiche di un problema ben più profondo: un’incultura della legalità che si manifesta con violenza nei confronti di persone indifese.L’aggressione non rappresenta un evento isolato, ma il culmine di una serie di comportamenti devianti che hanno caratterizzato la condotta di Baby Touche, già destinatario di numerose misure preventive. Precedenti avvisi e fogli di via obbligatori, che lo avevano allontanato da Padova, Venezia, Ponte San Nicolò e Vicenza, si sono rivelati insufficienti a frenare la sua tendenza alla violenza e alla sfida alle autorità. La persistenza di tali provvedimenti, reiterati nel tempo, denota una carenza di efficacia nel sistema di monitoraggio e rieducazione.Anche uno dei co-imputati, un 27enne con precedenti penali per furto, ricettazione, danneggiamento, lesioni, minacce, resistenza a pubblico ufficiale, evasione, maltrattamenti in famiglia e una recente condanna a cinque anni di carcere per tentato omicidio e favoreggiamento personale, conferma un quadro di criminalità giovanile radicata e difficile da contrastare. L’associazione di queste figure, caratterizzate da storie criminali simili, suggerisce la presenza di dinamiche di gruppo che amplificano e legittimano comportamenti illegali.Gli altri tre giovani coinvolti, tutti tra i 19 e i 23 anni, presentano a loro volta una lunga serie di denunce per reati di diversa gravità, rispecchiando un modello di comportamento antisociale che sembra diffondersi all’interno di questo gruppo. Il questore Marco Odorisio sottolinea come questi provvedimenti si fondino sulla necessità di ripristinare la legalità e la sicurezza nei luoghi pubblici, tutelando il diritto di tutti a fruirne serenamente. L’allontanamento, lungi dall’essere una punizione sommaria, si configura come un tentativo di responsabilizzazione, volto a far comprendere ai ragazzi la gravità delle loro azioni e le conseguenze negative che queste comportano per la comunità. La speranza è che questa misura, combinata con un intervento educativo mirato, possa contribuire a un reale percorso di reinserimento sociale e a un cambiamento radicale di mentalità.

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