La situazione clinica dei tre feriti, sopravvissuti alla tragica esplosione che ha devastato un’abitazione a Castel d’Azzano, in provincia di Verona, permane, seppur con significative differenze individuali, senza acuti preoccupanti.
L’evento, verificatosi nella notte del 14 ottobre, ha lasciato un segno profondo nella comunità, e l’attenzione medica è focalizzata sulla complessa e delicata fase di recupero dei coinvolti.
Maria Luisa Ramponi, la persona attualmente indagata per strage in concorso con i fratelli Franco e Dino, continua a rappresentare il caso più critico.
La sua condizione, grave fin dall’inizio, richiede un monitoraggio costante e un supporto vitale intensivo.
Rimane intubata e affetta da insufficienza respiratoria, necessitando di ventilazione meccanica e di un regime farmacologico mirato a stabilizzare i parametri vitali.
Il team di terapia intensiva generale, guidato dal professor Enrico Polati, sta seguendo con scrupolo ogni evoluzione, valutando attentamente i benefici e i rischi di ogni intervento terapeutico.
La complessità della sua situazione clinica è aggravata dalle implicazioni legali e psicologiche legate all’accusa che la riguarda, fattori che possono influenzare il processo di guarigione.
Il Carabiniere ricoverato al Centro Grandi Ustionati ha ricevuto l’alta, segnando un progresso significativo nel suo percorso di recupero.
La sua prognosi, precedentemente riservata, è stata dichiarata favorevole, e il paziente è vigile, collaborativo e privo di febbre.
Questo indicatore suggerisce una buona risposta alle cure intensive e una progressiva ripresa delle funzioni fisiologiche compromesse dalle ustioni.
La sua dimissione è il risultato dell’impegno e della competenza del personale medico specializzato nel trattamento delle lesioni cutanee estese.
Il secondo Carabiniere, ricoverato in Terapia Intensiva Cardio-toraco-vascolare, sotto la direzione del professor Leonardo Gottin, si trova in una fase di “stazionarietà”.
Questo termine, in ambito medico, indica che le condizioni del paziente non mostrano un chiaro miglioramento o peggioramento, ma rimangono sostanzialmente stabili.
Pur non essendoci un’evoluzione significativa, questo quadro consente al team medico di valutare attentamente i parametri vitali, di prevenire eventuali complicazioni e di pianificare le successive strategie terapeutiche.
La stabilizzazione, in questo contesto, è un passo fondamentale verso un eventuale recupero completo.
L’evento ha sollevato interrogativi sulla sicurezza delle abitazioni e sulla necessità di una più rigorosa applicazione delle normative in materia di prevenzione incendi.
L’attenzione è ora rivolta al supporto psicologico dei pazienti, dei loro familiari e della comunità colpita, riconoscendo l’importanza di un approccio olistico per affrontare le conseguenze di una tragedia di tale portata.








