martedì 16 Settembre 2025
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Centenaria sfida la frattura: un modello innovativo per la riabilitazione.

La resilienza del corpo umano si manifesta con sorprendente chiarezza nel caso della signora Maria, una donna che, al raggiungimento del centenario, ha affrontato e superato una frattura del collo del femore con una rapidità e un recupero che sfidano le aspettative mediche.

La sua storia non è semplicemente un racconto di guarigione, ma un esempio emblematico di come un approccio medico olistico e tempestivo possa fare la differenza nella vita di una persona anziana.

L’intervento chirurgico, eseguito con precisione e tempestività dagli specialisti dell’Unità di Ortopedia e Traumatologia di Verona, ha rappresentato il primo passo di un percorso riabilitativo intensivo.

La rapidità con cui la signora Maria ha ripreso a camminare, seppur con l’ausilio di un deambulatore, dopo soli quattro giorni dall’operazione, testimonia l’efficacia del trattamento e la sua straordinaria capacità di risposta.
Questo risultato positivo è stato ulteriormente consolidato da un monitoraggio continuo e da una riabilitazione domiciliare mirata, che ha evitato complicanze e ha favorito un ritorno alla piena autonomia.

Il successo di questa complessa vicenda clinica è il frutto di un modello organizzativo innovativo, il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per la frattura del collo del femore, attivo da diversi anni all’interno della struttura.
Questo PDTA si distingue per la sua intrinseca multidisciplinarietà, che integra competenze ortopediche, geriatriche, anestesiologiche e riabilitative.
L’utilizzo di una checklist ortopedico-geriatrica standardizzata assicura una valutazione completa e personalizzata del paziente, dalla fase di triage al momento della dimissione.

La valutazione anestesiologica preliminare, cruciale per l’idoneità all’intervento, può richiedere l’intervento di specialisti aggiuntivi, garantendo la massima sicurezza per il paziente.

Il caso della signora Maria, però, solleva una questione demografica di crescente rilevanza: l’incremento dell’aspettativa di vita, sebbene un traguardo positivo, comporta un aumento esponenziale del rischio di fratture del femore, con conseguenti implicazioni per la disabilità e la qualità di vita.

Questo scenario richiede una gestione delle risorse sanitarie sempre più efficiente e proattiva.
L’intervento tempestivo, associato a una riabilitazione precoce, personalizzata e multidisciplinare, si rivela un fattore determinante nella riduzione della mortalità e delle complicanze post-operatorie, restituendo dignità e autonomia ai pazienti.
Come sottolinea Elena Manuela Samaila, l’intervento tempestivo non solo allevia il dolore e migliora gli outcome funzionali, ma incide positivamente sull’impatto economico e sociale di una condizione che rappresenta una delle principali cause di disabilità a livello globale.

Il recupero di una paziente centenaria, come la signora Maria, necessita di un approccio multidimensionale che integri aspetti fisioterapici, nutrizionali e psicologici, come evidenziato dal direttore Ermes Vedovi.
La storia della signora Maria è una luce di speranza e un monito per il futuro della medicina geriatrica, un futuro che dovrà premere sull’innovazione e la personalizzazione delle cure per rispondere alle sfide poste dall’invecchiamento della popolazione.

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