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lunedì 3 Novembre 2025

Cibo Scomparso: l’Invasione Ultraprocessata e il Futuro del Mangiare

Il Cibo Scomparso: Anatomia di un’Invasione AlimentareAlessandro Franceschini, con il suo recente saggio “Non è cibo.
L’invasione degli ultraprocessati”, solleva un campanello d’allarme cruciale: la progressiva sostituzione del cibo reale con sofisticati prodotti industriali, spesso privi di un effettivo valore nutrizionale e carichi di implicazioni socio-ambientali profonde.
L’autore, figura di spicco nel commercio equo e solidale e sensibile alle dinamiche del sistema agroalimentare globale, ci guida in un’analisi lucida e impareggiabile di questo fenomeno, offrendo non solo una diagnosi accurata, ma anche indicazioni concrete per un cambiamento di rotta.

Il saggio non si limita a definire gli alimenti ultraprocessati (Upf) secondo la rigorosa classificazione scientifica – prodotti complessi formulati con ingredienti artificiali, additivi e processi industriali – ma ne svela la vera natura: un’abile strategia di marketing volta a massimizzare il profitto a costo della salute pubblica e della sostenibilità ambientale.
Franceschini demolisce il fascino di questi prodotti, decostruendone le strategie persuasive attraverso otto “temi chiave”.
La “Comodità”, che ci promette un pasto rapido e senza sforzo; i “Colori” sgargianti che simulano freschezza e naturalezza; la “Morbidezza” ingannevole che elude i segnali di sazietà; l’ “Evocazione” di ricordi di cucina tradizionale; la “Rassicurazione” offerta dalle marche; l'”Irresistibilità” basata sul “bliss point” – l’equilibrio perfetto di sale, zucchero e grassi; il “Miracolo” della promessa di benefici per la salute spesso infondata; e l'”Economicità” che nasconde uno sfruttamento sistematico lungo la filiera produttiva.
L’impatto di questa “invasione” si estende ben oltre la dieta individuale.

Franceschini evidenzia come essa contribuisca all’appiattimento culturale e all’impoverimento delle competenze culinarie, erodendo la trasmissione di saperi ancestrali e pratiche alimentari sane.

Sul piano sanitario, l’associazione con un aumento del rischio di obesità, malattie metaboliche, cardiovascolari e tumori è ormai evidente.

Ma le conseguenze ambientali non sono meno preoccupanti: incentivazione di monocolture intensive, sfruttamento del lavoro agricolo, consumo eccessivo di energia e produzione massiccia di imballaggi non riciclabili.

Il saggio non si conclude con un’amara constatazione, ma con un appello appassionato alla responsabilità collettiva.
Franceschini invita i lettori a interpretare un ruolo attivo, assumendo la triplice veste di cittadini consapevoli, produttori responsabili e consumatori critici.
Propone un percorso a tre voci: politiche pubbliche mirate a disincentivare il consumo di “non-cibo” attraverso etichette chiare e una tassazione intelligente; un impegno concreto da parte delle imprese verso la riformulazione dei prodotti e la trasparenza dei processi produttivi; e, soprattutto, scelte di consumo consapevoli, che privilegino le filiere locali, solidali e che recuperino il significato profondo del cucinare come atto di libertà, autonomia e resistenza culturale.

Il libro è un invito a riscoprire il cibo nella sua essenza, come fonte di nutrimento, cultura e connessione umana.

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