Un atto di profanazione e un’offesa alla memoria hanno colpito il sito dell’ex campo di transito di Montorio Veronese, un luogo intriso di dolore e testimonianza cruciale del passato bellico italiano. Un simbolo composito, unione aberrante della svastica e della Stella di Davide, è stato vergato sul cartello commemorativo, un gesto che evoca l’orrore della Shoah e la sua negazione. La denuncia, sollevata dal consigliere regionale Stefano Casali, esponente di Fratelli d’Italia, riporta alla luce una spirale di violenza simbolica che, con l’episodio del 21 maggio – già segnato da svastiche e insulti antiereditari – sembra voler tornare a insanguinare la storia.Montorio Veronese non è un semplice luogo; è un nodo cruciale nella rete dei campi di transito che, sotto il regime fascista, hanno condotto decine di persone di origine ebraica verso la morte nei campi di sterminio nazisti. Ogni pietra, ogni muro, sussurra storie di strappo, di ingiustizia, di perdita irreparabile. Profanare un luogo come questo non è solo un atto vandalico; è un attacco diretto alla dignità umana, un tentativo di cancellare la memoria collettiva, un’offesa alla resilienza di chi ha subito l’indicibile.L’azione, agita con la vigliaccheria tipica di chi si nasconde dietro l’anonimato, non può essere sottovalutata. Essa si inserisce in un contesto più ampio di crescenti fenomeni di antisemitismo e revisionismo storico che minacciano i valori fondanti della nostra società. La negazione o la minimizzazione della Shoah, la strumentalizzazione del passato per fini ideologici, la diffusione di discorsi d’odio: tutte queste manifestazioni sono segnali di allarme che richiedono una risposta immediata e incisiva.È imprescindibile che le istituzioni pubbliche condannino con fermezza questi atti, non solo a parole, ma con azioni concrete. La cancellazione rapida delle scritte odiose è un dovere, ma è altrettanto importante promuovere l’educazione alla storia, il rispetto per le diversità, la consapevolezza del pericolo insito nel razzismo e nell’intolleranza. Il ricordo della Shoah non può essere confinato a una commemorazione annuale; deve essere un faro che illumina il presente e guida il futuro, un monito costante contro ogni forma di discriminazione e di violenza. La memoria, la conoscenza e l’impegno civile sono le armi più efficaci per contrastare l’odio e preservare la nostra umanità. Il silenzio, al contrario, è complice.
Montorio Veronese: Profanazione e Negazione della Shoah
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