Rilevazione precoce del tumore polmonare a Padova: un approccio rivoluzionario per la sopravvivenzaL’innovazione tecnologica e la collaborazione multidisciplinare stanno ridefinendo la diagnosi e il trattamento del tumore del polmone presso l’Azienda Ospedale Università di Padova.
Un approccio pionieristico, reso possibile dall’implementazione di sale operatorie ibride all’avanguardia, permette di intervenire precocemente, migliorando significativamente le prospettive di sopravvivenza dei pazienti.
Tradizionalmente, la diagnosi del tumore polmonare si basava sull’insorgenza di sintomi, spesso in fasi avanzate della malattia, quando l’intervento diventa più complesso e le possibilità di successo ridotte.
Oggi, l’introduzione di tecniche di imaging sempre più sofisticate, integrate direttamente all’interno delle sale operatorie, consente di identificare noduli polmonari in fase asintomatica, aprendo nuove opportunità terapeutiche.
Queste sale ibride, dotate di sistemi di tomografia assiale computerizzata (TAC) e altre tecnologie di imaging avanzate, consentono ai medici di visualizzare e analizzare in tempo reale le immagini durante l’intervento chirurgico, fondendo le fasi diagnostica e terapeutica in un processo unico e ottimizzato.
“L’imaging toracico è diventato uno strumento sempre più cruciale nella nostra pratica clinica,” afferma Paolo Spagnolo, direttore della Unità organizzativa complessa di Pneumologia.
“L’obiettivo primario è individuare i noduli sospetti, anche di dimensioni minime, poiché la diagnosi precoce è un fattore determinante per un esito positivo.
Quando si riesce ad intervenire su noduli piccoli, le possibilità di rimozione completa e di evitare terapie invasive come radioterapia e chemioterapia sono notevolmente aumentate.
“La collaborazione tra diverse specialità mediche – anestesisti, pneumologi, endoscopisti e chirurghi – è un elemento chiave di questo nuovo approccio.
Lavorando in team, i medici possono valutare in modo integrato i risultati delle indagini diagnostiche, pianificare l’intervento chirurgico e garantire la sicurezza e il comfort del paziente.
L’utilizzo di tecniche mininvasive riduce i tempi di degenza, minimizza il trauma chirurgico e favorisce una più rapida ripresa.
Un caso emblematico è quello di una paziente di 75 anni, non fumatrice e con una storia di tumore mammario preesistente, che ha beneficiato di questa innovativa procedura.
Una TAC total body eseguita in seguito a una caduta ha rivelato un nodulo polmonare sospetto.
L’intervento in sala ibrida ha confermato i sospetti, portando ad una biopsia contestuale e, successivamente, ad un intervento chirurgico mirato.
La paziente, attualmente in buona salute e senza necessità di ulteriori terapie, rappresenta un esempio concreto dell’efficacia di questo approccio diagnostico-terapeutico integrato.
L’investimento in queste sale ibride, pari a 12 milioni di euro, ha rappresentato una priorità strategica per l’azienda ospedaliera.
I risultati sono tangibili: nel 2024 sono stati eseguiti oltre 900 interventi, di cui 12 di chirurgia toracica, con l’obiettivo di superare il migliaio nel corso del 2024.
L’utilizzo iniziale nella chirurgia vascolare si è esteso ad altre specialità, grazie alla formazione di team interspecialistici altamente qualificati.
Questo progresso non solo rafforza la leadership di Padova nell’innovazione medica, ma offre anche una speranza concreta per i pazienti affetti da tumore polmonare, aprendo la strada a un futuro di diagnosi precoci e trattamenti meno invasivi.






