lunedì 1 Settembre 2025
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Padova, sgomberato edificio occupato: irregolari e degrado.

Nella mattinata odierna, le forze dell’ordine di Padova hanno effettuato un intervento di ripristino della legalità in un edificio di proprietà privata situato in prossimità della stazione ferroviaria.

L’immobile, a lungo in disuso, era stato oggetto di un’occupazione abusiva che aveva comportato la compromissione dell’integrità strutturale e la profanazione del bene stesso.
L’accesso all’edificio era stato forzato attraverso l’abbattimento di elementi di sicurezza, rivelando una situazione di degrado e precarietà all’interno.
L’ispezione ha permesso di accertare la presenza di sette individui, di nazionalità nordafricana e italiana, privi di residenza stabile.
La verifica dei documenti ha evidenziato la situazione di irregolarità di sei degli occupanti stranieri, mentre l’italiano risultava anch’egli privo di una dimora fissa e, presumibilmente, in condizioni di vulnerabilità sociale.
La condizione igienico-sanitaria all’interno dell’edificio era estremamente precaria, come testimoniato dalla presenza di giacigli improvvisati, indumenti in disordine, scorie alimentari e oggetti personali sparsi in maniera indiscriminata.

L’azione delle autorità si inserisce in un quadro più ampio di controllo del territorio e di tutela del patrimonio immobiliare, rispondendo a una segnalazione relativa all’occupazione abusiva.
La proprietà dell’edificio, una società con sede legale a Padova, è stata immediatamente ripresa in possesso del bene.

Le procedure amministrative e giuridiche successive all’intervento hanno visto l’attivazione di diverse misure.

Due degli stranieri irregolari sono stati collocati presso il Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR) di Gradisca d’Isonzo, in attesa di adempimenti relativi al loro rientro nei Paesi di origine.
Un terzo individuo, risultante come richiedente asilo, è stato oggetto di un procedimento volto alla revoca del permesso di soggiorno precedentemente rilasciato.
Le condizioni sanitarie di altri due occupanti stranieri, affetti da scabbia, hanno precluso la possibilità di trattenimento nel CPR, comportando la loro segnalazione per immigrazione clandestina e violazione di precedenti ordini di allontanamento dal territorio nazionale.

A questi individui è stato intimato di lasciare il Paese entro un termine di sette giorni, sotto pena di ulteriori provvedimenti sanzionatori.
L’episodio solleva interrogativi complessi in merito alla gestione dei flussi migratori, alla tutela dei diritti umani dei soggetti in stato di vulnerabilità e alla necessità di garantire la sicurezza e l’ordine pubblico, coniugando l’applicazione della legge con l’offerta di supporto e assistenza alle persone in difficoltà.
L’evento sottolinea, inoltre, l’importanza di un approccio integrato che coinvolga le istituzioni, le associazioni di volontariato e i servizi sociali, al fine di affrontare le problematiche legate alla marginalità e all’esclusione sociale.

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