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lunedì 27 Ottobre 2025

Sanità Veneta: Resilienza e Sfide nel Rapporto Gimbe 2024

Il rapporto Gimbe per il 2024 dipinge un quadro complesso della sanità veneta, evidenziando resilienza in un contesto nazionale segnato da crescenti difficoltà di accesso ai servizi.
Un dato cruciale emerge: il 7,9% della popolazione veneta, traducibile in oltre 383.000 individui, ha ammesso di aver dovuto rinunciare ad almeno una prestazione sanitaria.

Pur rappresentando un incremento dello 0,5% rispetto all’anno precedente, questa percentuale rimane inferiore alla media nazionale, attestata al 9,9%, suggerendo una relativa efficacia del sistema sanitario regionale.

Tuttavia, l’aumento stesso, seppur contenuto, segnala una pressione crescente sui servizi e una potenziale erosione della fiducia dei cittadini.
Un’analisi più approfondita rivela un sistema veneto strutturalmente diverso da quello italiano.

Nel 2023, la regione vantava una densità di personale sanitario relativamente elevata, con 13 professionisti ogni mille abitanti, contro una media nazionale di 11,9.

Questo dato, sebbene incoraggiante, necessita di un’interpretazione sfumata.

La distribuzione delle figure professionali rivela una peculiarità: sebbene il numero di infermieri (5,29 per mille abitanti) superi la media nazionale (4,7), il numero di medici (1,63 per mille abitanti) risulta inferiore alla media italiana (1,85).

Tale disparità potrebbe riflettere strategie di potenziamento dell’assistenza infermieristica, o evidenziare aree di carenza specifica in termini di medici specialisti, un aspetto che merita ulteriori indagini.

Le risorse finanziarie destinate alla sanità veneta, espresse in termini di fondo sanitario pro capite, mostrano un’evoluzione interessante.

Nel 2023, anno di revisione dei criteri di ripartizione, il finanziamento regionale è stato di 2.100 euro per abitante, un aumento di 62 euro rispetto al 2022, ma inferiore alla media nazionale (+71 euro).
Questo suggerisce una potenziale sottovalutazione delle specifiche esigenze del sistema sanitario veneto nella ripartizione dei fondi.
Paradossalmente, nel 2024, la regione ha ricevuto un finanziamento pro capite di 2.182 euro, leggermente superiore alla media nazionale (2.181 euro), indicando una possibile correzione di tale disparità o una diversa interpretazione dei fabbisogni finanziari.

È cruciale contestualizzare questi dati considerando l’invecchiamento della popolazione veneta, con conseguente aumento della domanda di servizi sanitari cronici e specialistici, e le crescenti pressioni demografiche sulle strutture ospedaliere.

Il rapporto Gimbe, pertanto, non fornisce solo un quadro numerico, ma stimola una riflessione più ampia sulla sostenibilità del sistema sanitario regionale e sulla necessità di interventi mirati a rafforzare l’assistenza primaria, ridurre le liste d’attesa, investire in innovazione tecnologica e, soprattutto, garantire un accesso equo ed efficiente alle cure per tutti i cittadini veneti.

Il futuro della sanità veneta dipenderà dalla capacità di tradurre questi dati in politiche concrete e di affrontare le sfide demografiche ed economiche che si profilano all’orizzonte.

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