lunedì 20 Ottobre 2025
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Treviso, indagine shock: violenza su minorenne in locale etnico.

Un’ombra gravissima si addensa sulla comunità di Treviso, con l’apertura di un’indagine dei carabinieri che coinvolge tre cittadini pakistani e solleva interrogativi inquietanti sulla sicurezza e la vulnerabilità delle giovani donne.

Al centro della vicenda, un episodio di presunta violenza sessuale che avrebbe colpito una minorenne di 16 anni, consumatosi all’interno di un locale di ristorazione etnica, specializzato in girarrosto di kebab, situato nell’area sinistra del fiume Piave, nella Marca trevigiana, durante lo scorso mese di aprile.

L’inchiesta, avviata a seguito di una denuncia formale presentata dal padre della ragazza, dipinge un quadro allarmante.

La vittima, descritta come frequentatrice abituale del locale in compagnia dei compagni di scuola, si trovava nel locale in attesa del padre, con l’intenzione di consumare un pasto leggero.
Secondo le prime ricostruzioni, il titolare del locale, presumibilmente con l’intento di creare un’atmosfera di accoglienza, avrebbe offerto alla giovane dei cocktail alcolici, sottraendola progressivamente alla supervisione esterna.

La dinamica successiva, a detta della denuncia, sarebbe precipitata in un ambiente occulto, uno scantinato non destinato all’uso pubblico, dove la ragazza sarebbe stata sottoposta a coercizione e costretta ad un rapporto sessuale.

L’intervento del genitore, intervenuto per prelevare la figlia, ha immediatamente rilevato uno stato di profonda confusione e alterazione psicofisica, circostanze che hanno innescato la richiesta di soccorso medico.

Le successive valutazioni mediche, condotte in ambiente ospedaliero, avrebbero confermato la veridicità delle accuse, evidenziando segni inequivocabili di un’aggressione sessuale.

L’inchiesta, attualmente in corso, mira a chiarire ogni aspetto della vicenda, ricostruendo con precisione la sequenza degli eventi e accertando il ruolo e le responsabilità di ciascun indagato, tra cui, oltre al proprietario del locale, anche due connazionali.
Il caso solleva complesse questioni di ordine sociale e legale, focalizzandosi sulla tutela dei minori, la responsabilità dei gestori di locali pubblici nell’offerta di alcolici a soggetti non maggiorenni e la necessità di rafforzare i controlli per prevenire episodi di sfruttamento e abuso.
L’indagine è destinata a generare un acceso dibattito pubblico e a richiedere un’attenta riflessione sulle dinamiche che possono favorire l’insorgere di tali crimini, con particolare attenzione all’integrazione culturale, alla sensibilizzazione dei giovani e alla formazione del personale che opera in contesti di ristorazione e intrattenimento.
La comunità trevigiana è chiamata a confrontarsi con una realtà dolorosa che impone un impegno concreto per garantire la sicurezza e il benessere di tutti i suoi membri, in particolare dei più vulnerabili.

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