Il fervore di opposizione alle ambizioni di Jeff Bezos a Venezia si è intensificato, tessendo una rete di dissenso che abbraccia diverse sensibilità e movimenti sociali. L’iniziativa “No Space for Bezos”, nata per contrastare lo sfruttamento turistico e le speculazioni immobiliari che minacciano il fragile ecosistema della città lagunare, si è vista recentemente arricchita da una nuova voce: la sezione locale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI), precisamente la sezione “7 Martiri”.La presenza dell’ANPI, con un comunicato incisivo, ha segnato un ulteriore passo avanti nella crescente mobilitazione popolare contro il matrimonio sfarzoso tra Bezos e Laura Sanchez, evento che, al di là dell’aspetto celebrativo, rischia di amplificare le dinamiche di gentrificazione e di mercificazione del patrimonio culturale veneziano.Quantificare la portata di questo movimento “No Bezos” è un’operazione complessa. Le manifestazioni pubbliche finora hanno visto la partecipazione di alcune centinaia di persone, un numero che, sebbene possa sembrare contenuto, non rende giustizia alla profondità del disagio e della preoccupazione che animano una parte significativa della comunità veneziana. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Luigi Brugnaro, che si è mostrata apertamente favorevole all’imprenditore americano, tende a minimizzare l’entità delle proteste, presentandole come l’espressione di un gruppo minoritario. Tuttavia, la realtà è più sfumata. Dietro queste manifestazioni si celano istanze di tutela del territorio, di difesa dell’identità locale e di opposizione a modelli di sviluppo predatori che privilegiano gli interessi privati a scapito del bene comune. L’avvento di un evento di tale portata, mediatico e costoso, rischia di esacerbare le fragilità strutturali di Venezia, acuito da anni di politiche turistiche poco sostenibili e da una governance spesso inadeguata.La mobilitazione “No Bezos” non è semplicemente una protesta contro un matrimonio. È un campanello d’allarme che invita a riflettere sul futuro di Venezia, sulla necessità di ripensare il rapporto tra turismo, sviluppo e tutela del patrimonio, e sulla responsabilità di ogni attore – istituzioni, imprenditori, cittadini – nel preservare l’unicità e l’autenticità di una città che, nonostante le difficoltà, continua a rappresentare un tesoro inestimabile per l’umanità. La voce dell’ANPI, unitasi al coro delle altre associazioni e movimenti, rafforza questa narrazione, sottolineando l’importanza di un impegno collettivo e di un cambiamento di paradigma per garantire a Venezia un futuro dignitoso e sostenibile.
Venezia Contro Bezos: ANPI si unisce alla protesta
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