sabato 9 Agosto 2025
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Venezia

Villa Pasqualigo: Ritorno alla Comunità tra Arte e Rigenerazione

La storica Villa Pasqualigo Rodella, a Cinto Euganeo (Padova), riemerge come fulcro di un ambizioso progetto di rigenerazione sociale e culturale, grazie alla concessione agevolata dell’Agenzia Demanio alla Fondazione Essenziale Ets, impresa sociale di significativo impatto.

Quest’iniziativa segna un capitolo importante nella complessa storia dell’immobile, originariamente dimora dell’ex Presidente del Veneto, Giancarlo Galan, e acquisito dallo Stato a seguito della confisca disposta in relazione alle condanne nel processo Mose.

La villa, un testimone silente di oltre due secoli di storia veneziana, rappresenta un’autentica perla dell’architettura prealpina veneta.
Edificata tra il XVII e il XVIII secolo, incarna le caratteristiche distintive delle residenze patrizie che costellano il territorio padovano, con un sapiente connubio di elementi strutturali e decorativi che riflettono la raffinatezza e il gusto dell’epoca.

La sua architettura, oltre ad essere esteticamente rilevante, è un importante documento storico che ci aiuta a comprendere l’evoluzione del paesaggio e della società veneta.
Il progetto di Fondazione Essenziale Ets, sostenuto da un investimento economico di 637.350 euro, proietta la villa in una nuova dimensione, trasformandola da simbolo di eventi controversi a motore di sviluppo locale e inclusione.

Per i prossimi 45 anni, Villa Pasqualigo Rodella diventerà un ecosistema dinamico dedicato alla creatività, all’apprendimento e alla connessione comunitaria.
L’edificio ospiterà laboratori artistici, residenze per creativi, iniziative culturali di ampio respiro e percorsi di turismo sostenibile, concepiti per valorizzare le peculiarità del territorio e promuovere un’esperienza turistica consapevole e rispettosa dell’ambiente.
Al centro del progetto vi è l’intento di creare spazi di aggregazione e inclusione, volti a coinvolgere attivamente la comunità locale, offrendo opportunità di partecipazione e di crescita personale.

L’iniziativa si configura come un esempio virtuoso di recupero del patrimonio confiscato, un bene che, da simbolo di illegalità, viene restituito alla collettività con un valore aggiunto in termini di sviluppo sociale, economico e culturale.

Questo processo di rifunzionalizzazione non solo preserva un importante testimonianza storica e architettonica, ma ne amplifica il significato, trasformandolo in un motore di cambiamento positivo per l’intera comunità e offrendo un modello di rigenerazione urbana basato sull’arte, la cultura e la partecipazione civica.
L’accessibilità, in tutte le sue forme, è un principio cardine del progetto, volto a garantire che i benefici di questa riqualificazione siano fruibili da tutti i membri della comunità.

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