La città di Verona si appresta ad accogliere una seconda edizione di “Poeti Sociali”, un ciclo di incontri e riflessioni che, dal 2025 al 5 ottobre, intende rileggere e riproporre le complesse sfide etiche e sociali delineate dalla Dottrina Sociale della Chiesa.
L’iniziativa, promossa dalla Chiesa di Verona e sostenuta dalla Fondazione Toniolo, ambisce a stimolare un dialogo aperto e profondo, andando oltre la semplice esposizione dottrinale per esplorare le implicazioni concrete e le applicazioni contemporanee di un insegnamento spesso percepito come distante dalla realtà quotidiana.
Il tema cardine di quest’anno, “Fraternità è il nome della pace”, riflette un’urgenza globale, un appello alla riconciliazione e alla cooperazione in un mondo segnato da disuguaglianze, conflitti e crescenti tensioni.
L’evento si configura non come un’imposizione di verità consolidate, ma come un’esplorazione coraggiosa e interrogativa, capace di abbracciare la complessità e la contraddittorietà dell’esperienza umana.
A inaugurare la rassegna sarà l’incontro “Credere nella fraternità è da folli?”, un’occasione inedita per ascoltare Javier Cercas, autore spagnolo noto per la sua capacità di sondare le profondità dell’animo umano con sguardo lucido e ironico.
Cercas, autore che si definisce “folle senza Dio”, ha accompagnato Papa Francesco, egli stesso definito “folle di Dio”, durante un toccante viaggio in Mongolia.
Questa esperienza, filtrata attraverso la sua acuta sensibilità e il suo stile narrativo inconfondibile, offrirà spunti di riflessione sulla fede, sul coraggio di abbracciare scelte eticamente impegnative e, soprattutto, sull’importanza di una “follia” – intesa come trasgressione delle convenzioni e ricerca di un’autenticità radicale – per vivere pienamente la propria umanità.
Il dialogo con Daniele Rocchetti, direttore artistico della rassegna, e con Monsignor Domenico Pompili, Vescovo di Verona, promette di essere particolarmente stimolante, affrontando temi cruciali come il ruolo della fede nella società contemporanea, la sfida di costruire ponti tra culture e religioni diverse e la responsabilità individuale e collettiva di fronte alle sfide globali.
La rassegna, quindi, non si limita a celebrare un anniversario, ma si propone come un laboratorio di idee, un luogo di incontro e di confronto, un invito a riscoprire il valore della fraternità come fondamento di una pace duratura.
L’ambizione è quella di trasformare Verona in un crocevia di pensieri e di esperienze, un punto di partenza per un cammino condiviso verso un futuro più giusto e solidale.







