Il lago di Garda, gioiello paesaggistico condiviso tra Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige, sta vivendo una trasformazione profonda, alimentata da un’impennata turistica senza precedenti. Dati Istat, analizzati da Legambiente nell’ambito della campagna “Goletta dei Laghi”, rivelano un aumento delle presenze turistiche del 27% nei comuni rivieraschi tra il 2014 e il 2024. Questa crescita, che si concentra in particolare sulla sponda veneta (+32%), riflette un fenomeno che sta mettendo a dura prova la sostenibilità del territorio.L’entità di questo afflusso è sbalorditiva: durante i soli quattro mesi estivi, il lago accoglie oltre 18 milioni di visitatori, un numero che contrasta nettamente con la popolazione residente, attestata a soli 190.000 unità. L’aumento medio delle presenze turistiche, nel periodo 2009-2024, è stato particolarmente marcato nei comuni del veronese, con un incremento del 49%. Località come Lazise (+65%) e Peschiera (+59%) si distinguono per una crescita ancora più esponenziale, evidenziando una pressione turistica concentrata su aree specifiche.Anche le sponde lombarda e trentina non sono immuni a questo trend. Sul versante bresciano, comuni come Lonato del Garda (+50%), Padenghe sul Garda (+45%) e Manerba del Garda (+36%) hanno visto incrementi significativi. Sul versante trentino, Nago-Torbole e Riva del Garda mostrano un aumento, seppur più contenuto rispetto alle altre aree, che tuttavia testimonia la diffusione del fenomeno a livello provinciale.Questa crescita turistica, sebbene porti con sé opportunità economiche, genera una serie di criticità complesse. La densità di popolazione turistica, drasticamente superiore a quella residente, erode la qualità della vita per gli abitanti permanenti, sovraccarica i servizi essenziali (sanità, trasporti, gestione rifiuti) e mette a rischio l’equilibrio economico locale, spesso distorcendolo a favore di un turismo di massa che privilegia l’immediatezza rispetto alla durabilità.Le conseguenze ambientali non sono meno preoccupanti. La pressione antropica rischia di compromettere la biodiversità lacustre e terrestre, alterando gli ecosistemi fragili che caratterizzano il paesaggio gardesano. L’aumento del consumo di risorse idriche, l’incremento dei rifiuti e l’inquinamento atmosferico rappresentano ulteriori sfide da affrontare.Di fronte a questa situazione, Legambiente lancia un appello a una profonda riflessione sul modello di sviluppo turistico adottato finora. È imperativo abbandonare un approccio quantitativo e mirare a un turismo più equilibrato, responsabile e sostenibile, che ponga al centro la tutela del territorio e il benessere delle comunità locali. Questo implica una gestione più oculata dei flussi turistici, la promozione di forme di turismo alternative (cicloturismo, turismo enogastronomico, turismo culturale), l’incentivo a un turismo destagionalizzato e la valorizzazione delle risorse locali in modo da creare un circolo virtuoso che benefici tutti gli attori coinvolti. La sfida è quella di conciliare lo sviluppo economico con la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale, garantendo un futuro sostenibile per il lago di Garda e per le comunità che lo abitano.
Garda sotto pressione: boom di turisti a rischio sostenibilità
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