La vicenda di Saman Abbas, la giovane donna di origine pakistana assassinata a Novellara, Reggio Emilia, continua a generare ripercussioni legali significative, con la custodia cautelare dei due cugini, Noman Ulhaq e Ikram Ijaz, confermata in attesa di ulteriori sviluppi procedurali. La decisione del Tribunale del Riesame di Bologna, che ha respinto i ricorsi delle difese, consolida una condanna all’ergastolo emessa dalla Corte d’Assise d’appello, un punto di svolta cruciale in un processo segnato da un precedente verdetto di assoluzione in primo grado.L’assoluzione iniziale, che aveva portato alla liberazione dei due imputati, si è rivelata effimera, innescando un’impugnazione da parte della Procura Generale che ha portato alla revisione dei fatti e alla ricostruzione di un quadro accusatorio più completo. La Corte d’Assise d’appello, in una sentenza che ha destato profonda commozione nell’opinione pubblica, ha riconosciuto la loro responsabilità nell’omicidio di Saman, condannandoli alla pena massima prevista dalla legge. Parallelamente, la pena detentiva dei genitori della vittima, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, è stata confermata, mentre la condanna dello zio Danish Hasnain è stata inasprita, portando la pena a 22 anni di reclusione.La decisione del Riesame, che ha confermato la custodia cautelare di Ulhaq e Ijaz, riflette la gravità dei fatti e la necessità di garantire la sicurezza pubblica in attesa della pubblicazione delle motivazioni che ne giustificano il rigetto. Queste motivazioni, che il collegio giudicante, presieduto da Pier Luigi di Bari e con Silvia Monari come giudice relatore, è tenuto a depositare entro 45 giorni, forniranno una disamina approfondita delle argomentazioni che hanno portato alla conferma della condanna all’ergastolo, offrendo una comprensione più chiara del ragionamento giuridico alla base del verdetto.La vicenda di Saman Abbas solleva interrogativi complessi riguardanti la giustizia, l’onore, le dinamiche familiari e l’integrazione culturale, e pone l’attenzione sulla vulnerabilità delle donne di origine straniera che si sottraggono a matrimoni forzati e a dinamiche oppressive, spesso celate dietro pretesi valori culturali. Il caso, divenuto simbolo di una profonda frattura tra tradizioni ancestrali e principi di libertà individuale, ha acceso un acceso dibattito pubblico e stimolato una riflessione urgente sulla necessità di rafforzare gli strumenti di protezione per le vittime di violenza domestica e di matrimonio forzato, garantendo loro un percorso di autodeterminazione e di emancipazione sociale.
Custodia cautelare confermata: ergastolo per i cugini di Saman Abbas
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