29 gennaio 2024 – 10:13
Indossando un cappello nero e una sciarpa a quadri, con i guanti che lasciano scoperte le dita medie, Fabio Fazio chiede ad Alessandro Baricco, a Che tempo che fa, come sta. Sembrerebbe la domanda più difficile da rispondere. “La risposta più sincera è che sto bene, altrimenti non sarei qui. D’altra parte, ho trascorso l’estate in ospedale al San Raffaele, lasciando pezzi di me lungo il cammino. Quando esci da un’esperienza simile, devi recuperare quei pezzi persi e affrontare una salita ripida. Ero così debole che non riuscivo nemmeno a lavarmi i denti se non muovendo solo la testa; mi chiedevo se sarei mai uscito da quella situazione. Ora sto benissimo. È ancora un lungo cammino che devo completare, ma procedo con una lentezza implacabile”, dice Alessandro Baricco durante la sua prima apparizione televisiva dopo la lunga malattia di cui aveva annunciato sui social.Questa sera rivela anche di essersi sposato lo scorso dicembre. “Il vero maestro è il corpo: quante cose belle e brutte ci comunica nella vita. Gli attacchi di panico sono un esempio geniale di questa comunicazione corporea. Non puoi nasconderti il fatto che qualcosa non va nel tuo mondo quando è proprio il tuo corpo a dirtelo”, continua Baricco. “Io e il mio corpo abbiamo vissuto momenti pazzeschi insieme”. Perché ha scelto di comunicare la sua malattia attraverso i social media? “È stata una scelta pratica: devi dirlo al mondo quando non stai bene e devono capirlo. Prima non c’erano i social media. Mi è successo due volte, ed è stato molto utile. Ho scoperto che ci sono molte persone che mi vogliono bene. Quella ondata di affetto sincero ha dato un senso alla loro vita e hanno sentito la mancanza di un maestro con cui avevano un’intimità speciale. Io, che in passato ero considerato antipatico, non ero abituato a ricevere tanto amore dal mondo. È stata un’esperienza potente. Tuttavia, mi lascia perplesso il fatto che le malattie dei personaggi famosi siano diventate notizie gustose per il pubblico. Si è creato un circolo vizioso in cui troppi dettagli vengono raccontati, generando paura. Non so se stiamo inviando il messaggio giusto. La mia malattia è un’anomalia, colpisce uno su centomila. State tranquilli”. E la paura? “La vendiamo molto e questo è uno dei nostri errori. La paura ha a che fare con il desiderio: quando smetti di desiderare, inizi ad avere paura. È il desiderio stesso a annientare la paura.”